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mercoledì 29 marzo 2017

Devi stare zitto! Ora ti spacco la faccia

Un attimo dopo il fischio finale dell’arbitro che ha decretato la vittoria della Soccer, negli spalti è scoppiato il finimondo: da un lato le urla di gioia dei genitori dei vincitori, dall'altro le urla rabbiose degli sconfitti contro l’arbitro, il governo ladro e il creatore dell’universo. 
Ancora una volta a passare il segno è stato il solito papà furioso della Superba, squadra già affrontata e sconfitta la mattina. Un uomo sui 45 anni, corpulento, palesemente ubriaco e fuori controllo, che ha puntato Marco, un ragazzo di 18 anni e fratello maggiore di un compagno di squadra del mio Luca. 
«Imbecille che cosa festeggi, avete vinto solo grazie all'arbitro. Devi stare zitto, vergognati. Ora ti spacco la faccia», gli ha detto l’uomo che poi in un attimo si è avvicinato al ragazzo per dargli una testata. Marco, che è un campione di arti marziali, l’ha schivata ed istintivamente per difendersi gli ha dato un pugno centrandolo in pieno viso. 
L’ubriaco ha vacillato un attimo prima di cadere svenuto a terra con il naso sanguinante e probabilmente anche rotto. Un’altra scena pietosa e per fortuna senza altre conseguenze negative. I genitori di entrambe le squadre questa volta hanno collaborato. Un gruppo ha allontanato Marco, un altro ha soccorso il papà sanguinante che dopo qualche minuto si è ripreso ma non urlava più. Dopo le docce dei ragazzi finalmente tutti a casa. Ci aggiorniamo alla prossima seduta, cari amici di terapia. 

mercoledì 2 novembre 2016

Ed è subito rissa

Ogni settimana in qualche campo di calcio della penisola italiana si scatena la rissa tra genitori. Uno spettacolo indecoroso davanti a baby calciatori. Cari amici di terapia, il problema sta diventando molto serio. Non c’è più tempo da perdere. Bisogna correre ai ripari. Aumentano le storie di mamme che si azzuffano a colpi di borsette e bestemmiando, papà che trasformano gli spalti in un ring di pugilato, allenatori che perdono le staffe e aggrediscono l’arbitro, il mister della squadra avversaria o peggio qualche ragazzino. L’ultimo episodio si è consumato nel cuore della provincia lombarda, in occasione della finale di un torneo della categoria Pulcini. Questa volta durante la partita i genitori hanno perso la ragione in massa, il tifo è degenerato in una mega rissa, neanche si trattasse di un girone dell’inferno. In campo i ragazzini si sono fermati a guadare il pietoso spettacolo e in molti hanno iniziato a piangere. Il torneo è stato interrotto e tutti a casa, interventi delle autorità a parte. Non è più possibile fare finta di niente. Alla prossima seduta.

giovedì 25 giugno 2015

Questo giocatore è scarso

Nell'ultimo torneo disputato dalla Soccer Kids c’è stato un altro colpo di scena. Nel girone finale un papà di una delle squadre avversarie si è attaccato alla rete di protezione del campo, a poca distanza dal nostro portiere. Dopo un goal subito per una sfortunata serie di rimpalli, questo genio di adulto ha iniziato a fare spiacevoli commenti ad alta voce proprio per farsi sentire, sia dal nostro portiere, sia dagli altri in campo: “Tirate! Hanno un portiere scarso, forza che li battiamo. È cotto dal sole, sfondategli la rete. Forza, è scarsissimo”. A parte l’idiozia di farsi sentire apposta dal ragazzo che c’è rimasto molto male, questo genitore non ha messo in conto di poter avere vicino il papà “dello scarso”. Conosco quest’uomo che è solitamente persona mite e silenziosa, ma probabilmente aver sentito offendere in quel modo il figlio gli ha fatto scattare qualche meccanismo nella parte più selvaggia del cervello. È successo tutto nel giro di pochi secondi. Ha afferrato l’idiota per i capelli e gli ha sbattuto ripetutamente la faccia contro la rete, fino a quando siamo intervenuti per fermarlo. Adesso sono stanco. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.

giovedì 23 aprile 2015

Alzati e corri

In partita certi genitori cerebrolesi non risparmiano commenti duri e cattivi contro i giocatori della squadra che non stanno andando bene, anziché incitarli a prescindere come andrebbe fatto. Quante volte al primo sbaglio di un baby calciatore ho sentito qualche genitore urlare: “Mister buttalo fuori, cambialo. Oggi non c’è proprio” o “Allora stai giocando o passeggiando? Datti una mossa schiappa”.
Che conseguenze possono avere queste frasi su un ragazzino già in difficoltà in campo? Non credo proprio che possano essergli di aiuto. Solo il mister è autorizzato a riprendere un ragazzo in campo, a incitarlo e se è intelligente a spiegargli le motivazioni del richiamo sempre con il fine di aiutarlo a migliorare e crescere, a correggere eventuali errori.
A volte però un bambino è semplicemente “non in forma” o distratto per tante ragioni che spesso sfuggono al mondo degli adulti. Può accadere perché cosa normale. Tutto questo per molti genitori è invece inconcepibile. Ogni giocatore deve dare sempre il massimo, anche se dovesse ricevere un brutto fallo durante la partita e cadere a terra, dovrebbe alzarsi di scatto e continuare a giocare come se fosse Rambo o Terminator.  Vi racconterò altre storie, alla prossima seduta.

martedì 17 marzo 2015

Quel pugile di presidente

In campo è stato il caos. Mancavano pochi minuti al termine partita falchi Neri contro Soccer Kids con il risultato di 0 a 3 per i secondi. Genitori infuriati sugli spalti, mister della squadra avversaria acciaccato per terra dopo aver tentato di travolgere il nostro, ragazzi immobili in mezzo al campo ad aspettare un segnale qualsiasi sulla possibile esistenza del Dio del calcio per poter riprendere la partita. Nel campo è poi entrato un signore distinto di mezza età, poi identificato come il presidente della A.S.D. Falchi Neri. Ad ogni suo passo diminuiva la confusione attorno al campo fino a quando ha raggiunto nel silenzio assoluto il nostro mister. Tutti abbiamo ingenuamente pensato che fosse intervenuto per sedare gli animi e fare finalmente riprendere la partita e poi andare di corsa via. Invece, senza pronunciare verbo, ha prima fissato negli occhi il mister e poi, come se fosse un pugile navigato, gli ha mollato un potente destro in pieno volto stendendolo a terra. Solo quando sono intervenuti i carabinieri è tornata la calma. Tutto questo avrà delle conseguenze. Per i ragazzi non è stato un buon esempio di civiltà sportiva. Alla prossima seduta.

martedì 3 marzo 2015

Il volo fantozziano

La partita contro i Falchi Neri non è finita bene. Il loro mister di età avanzata al terzo goal segnato dalla Soccer è andato definitivamente fuori di testa e rivolgendosi all’altro allenatore ha gridato: “No! cazzo! Non si può giocare così. Siete troppo fallosi. E poi alcuni ragazzi sembrano maggiorenni. Fermiamo la partita. Voglio controllare distinta e carte di identità”. Il mister della Soccer senza battere ciglio gli ha risposto: “Pensa a giocare. I ragazzi sono in regola. Se non sai allenare la tua squadra e accattare le sconfitte vai a casa”. Apriti cielo! Il tizio dei Falchi è diventato rosso in volto per poi attraversare di corsa il campo come un bufalo inferocito, diretto verso il mister della Soccer Kids con la chiara intenzione di travolgerlo. Ad un certo punto tra gli sguardi esterrefatti dei ragazzi è inciampato su una zolla di terra facendo un volo fantozziano per poi atterrare e strisciare sull’erba fino a fermarsi con la faccia a pochi centimetri dalle scarpe del suo obiettivo. Ma troppo consumato e dolorante per portare a termine la missione punitiva. (continua)

mercoledì 14 maggio 2014

La scintilla

I gruppi dei genitori delle due squadre erano sugli spalti a distanza troppo ravvicinata ma per fortuna ognuno stava tifando per i propri figli senza esagerare. Tutto è cambiato per colpa della mamma indemoniata che ha provocato la solita zuffa ai danni del papà del nostro Michele, il nemico a lei più vicino. Sempre con gli occhi a palla, roteando la testa e urlando frasi in lingue sconosciute si è avvicinata all’uomo che è rimasto come paralizzato. La mamma ha fatto prima girare la sua borsa in aria, probabilmente di 150 kg, per poi colpirlo con decisione sotto il mento facendolo barcollare.  Lui ha reagito cercando di bloccarla ma a quel punto il marito della donna e un altro adulto gli si sono avventati contro. Non si è capito più nulla. (continua)

martedì 18 marzo 2014

Che stronzo quel bambino!

I bambini della Tempesta sono stati caricati in maniera eccessiva. Hanno fatto tutto, tranne che giocare a calcio commettendo falli pericolosi uno dietro l’altro e offendendo gli avversari incitanti da allenatore, dirigenti e genitori rabbiosi. Sono stati 45 minuti davvero terribili per la brutalità espressa da adulti che hanno condizionato negativamente una banale partita tra bambini. Un baby giocatore della Soccer Kids per aver reagito energeticamente all’ennesimo fallo, è stato subito apostrofato per ben due volte ad alta voce con un “guarda che stronzo questo bambino”. A questo punto sugli spalti gli animi si sono surriscaldati, anche perché i genitori delle due squadre erano seduti uno accanto all’altro. È iniziato un parapiglia che solo per un soffio non è degenerato in rissa grazie all’intervento pacificatore di qualche mente illuminata di entrambe le fazioni. (Continua)

lunedì 13 gennaio 2014

Le conseguenze del buonsenso

Il mister della Soccer Kids si è avvicinato alla rete e rivolgendosi ai due papà esagitati della squadra avversaria ha detto: “La smettiamo! Che modi sono di comportarsi? Non vi vergognate? Adesso riprendiamo la partita ma se continuate ritiro la squadra dal campo e andiamo tutti a casa”. 
A parte qualche mormorio di sottofondo la partita è poi ripresa ma l’apparente quiete è durata solo qualche minuto. Quando il numero 6 della Team Vita ha di nuovo sbagliato un passaggio innescando un contropiede che ha portato la Soccer Kids a segnare il quarto goal, i due genitori hanno ripreso a inveire pesantemente uno contro l’altro. 
Il mister della Soccer Kids allora è stato di parola. Ha bloccato di nuovo la partita e ha fatto uscire la squadra come segno di protesta contro l’assurdo comportamento di certi genitori che rovinano anche il calcio giovanile. È stato un gesto simbolico da apprezzare, peccato che dopo qualche giorno il mister e la società sono stati ripresi dagli organi ufficiali per aver abbandonato il campo di gara. Inoltre, la partita è stata assegnata a tavolino (3 a 0) alla Team Vita. Sono cose che succedono ma non nascondo che insieme ad altri papà sono molto orgoglioso del gesto di protesta del mister. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.

venerdì 10 gennaio 2014

Quando due papà si picchiano

Il Team Vita è in coda alla classifica ma in quella partita tutti i suoi giocatori hanno dato l’anima. Il colpo di coda della Soccer Kids, però, ha fatto aumentare la tensione e un ragazzino dell’altra squadra, con la maglia numero 6, ha iniziato a sbagliare finendo nel mirino di un papà di un suo compagno di squadra. L’uomo ha cominciato a urlare rabbiosamente: “Che cosa stai facendo? Le stai sbagliando tutte. Mister fallo uscire, altrimenti prendiamo altri tre goal”.
Il genitore del numero 6 non l’ha presa bene, tanto che i due adulti hanno iniziato rumorosamente a litigare negli spalti, prima offendendosi a vicenda con frasi molto volgari, poi tirandosi contro di tutto, partendo dalle bottigliette di acqua.
Solo quando sono arrivati ai cazzotti, altri genitori hanno deciso di intervenire per separarli con forza. Intanto, Filippo, il mister dall'accento argentino della Soccer Kids di fronte a quel triste spettacolo ha chiesto un’interruzione della partita. (continua) 

lunedì 9 dicembre 2013

Una bruttissima giornata di calcio

Piero, il giovane difensore strattonato e offeso da due genitori invasati è rimasto immobile in mezzo al campo tra i propri compagni di squadra, tutti ammutoliti e con la faccia bianca per la paura. Prima che i due pazzi fossero raggiunti e bloccati da un nutrito gruppo di allenatori, dirigenti e qualche genitore, sono riusciti a riempire di schiaffoni il compagno di squadra dei loro figli. In campo poi sono arrivati i genitori di Piero, la madre si è diretta verso il figlio in lacrime e il marito come un treno merci verso i due aggressori. È stata dura riportare la calma, tra insulti, spintoni, sputi e le facce sconvolte dei giovani calciatori e degli altri genitori presenti in campo e negli spalti.  È stato necessario l’arrivo dei carabinieri per sedare gli animi. I genitori del ragazzino picchiato hanno sporto querela per lesioni personali. Un’altra giornata di sport è stata rovinata da due adulti idioti, violenti ed esaltati che non hanno esitato ad aggredire un ragazzino perché in campo non avrebbe fatto il suo dovere compromettendo l’esito della partita. È stato un evento molto traumatico per tutti e ci vorrà del tempo per superarlo. Ci aggiorneremo alla prossima seduta

domenica 10 novembre 2013

Adesso basta!

Il tifoso mezzo uomo, mezzo scimmione, non si era ancora calmato. Non trovandomi più a tiro ha puntato l’arbitro, colpevole a suo avviso di avere penalizzato la squadra del figlio. Non gli è bastato avere quasi provocato una rissa. Ha di nuovo perso la testa. Al giudice di gara ha detto l’impossibile, perfino parole (molto probabilmente offese) in una lingua a me sconosciuta. Poi si è attaccato alla rete iniziando a scuoterla con forza e a urlare. Un animale, una bestia furiosa. La partita è stata sospesa per un quarto d’ora dall'arbitro che ha chiesto espressamente di allontanare l’esagitato dal campo, se necessario anche con l’intervento delle forze dell’ordine. Altrimenti avrebbe assegnato la partita a tavolino alla squadra della Soccer Kids. Diversi genitori e dirigenti della società si sono offerti volontari per convincere bonariamente lo scimmione ad andare via. Non è servito a nulla. I ragazzini hanno seguito tutta la grottesca situazione restando immobili in mezzo al campo, vicino ai loro allenatori. Poi uno di loro si è staccato dai compagni per raggiungere la rete. Con gli occhi lucidi e balbettando si è rivolto allo scimmione e gli ha detto: “Adesso basta! Ti prego papà! Ti prego, lasciaci giocare in pace. Stiamo già perdendo se fai così potrà andare solo peggio”. Quell'essere minaccioso ha scosso la testa e senza emettere più un suono si è diretto barcollando a destra e a manca verso l’uscita dello stadio. Le squadre hanno così potuto riprendere il gioco e terminare la partita. Un’altra brutta giornata di cattivo calcio giovanile ma sempre e solo per colpa degli adulti. Una giornata da cancellare. Non ho più voglia di parlare, vi racconterò altre storie alla prossima seduta.

giovedì 7 novembre 2013

Lancio della sedia

Quella maledetta domenica non ho saputo resistere. Una sorta di figura mitologica ha iniziato a insultarmi con frasi molto volgari ed io non sono rimasto indifferente. Gli ho risposto per le rime alzando progressivamente il tono della voce e gesticolando. Il tipo, sempre più frustato perché nel frattempo la sua squadra aveva preso un altro goal, ha afferrato una sedia di plastica lanciandomela contro. Non mi ha colpito ma la situazione è precipitata. Io ho iniziato a chiamarlo animale, cavernicolo e poi cerebroleso. Un fiume in piena. Lui rosso come un pomodoro stava per saltarmi addosso quando è stato placcato e messo violentemente a terra come nel rugby da un gruppo di genitori che hanno cercato di calmarlo. Secondo me sarebbe stato necessario anche sedarlo con qualche potente sostanza chimica. Una scena vergognosa. A quel punto mi sono reso conto di tutta la tristezza della situazione e con la testa bassa sono andato via verso il bar, ad aspettare che finisse la partita. (continua)

giovedì 6 giugno 2013

Allo stadio senza vergogna

Ora vi racconto che cosa ha fatto questa mamma. È andata fuori di matto. Si è alzata dal suo posto per raggiungere il gruppetto dei genitori della squadra avversaria e vincitrice del torneo. Ha messo le mani ai fianchi e si è piegata verso di loro iniziando a inveire come se al posto della bocca avesse un altoparlante super amplificato: «Siete delle merdacce come i vostri figli. Non meritavate il primo posto. Ci sono stati troppo falli e nessuno ha detto niente. Quel grassone del numero 4 ha quasi spezzato una gamba a mio figlio. Vi siete comprati il torneo? Dite la verità e vergognatevi. Merde! Fottutissime merde…». A questo punto c’è stata una timida reazione da parte di un’altra mamma: «La metta. Non è questo il modo di comportarsi. Si vergogni lei. Sono solo bambini e una partita si può vincere o perdere perché…». Non ha avuto il tempo di finire che mamma Tsunami le si è lanciata addosso con tutto il peso del suo corpo. È scoppiata una rissa generale tra alcuni genitori con pugni, calci, sputi e parolacce. È dovuta arrivare la Polizia locale per sedare gli animi, non senza difficoltà. Sono un papà nel pallone molto stanco. Ci aggiorneremo alla prossima seduta.

lunedì 1 aprile 2013

Rissa nel post partita


Una volta dopo una partita ci siamo ritrovati in pizzeria. Al nostro tavolo si sono uniti anche Yuri e suo padre Lino. I primi 30 minuti sono filati lisci come l’olio. Soliti argomenti generali: dalla crisi economica mondiale alla classifica di serie A. Poi abbiamo iniziato a parlare della Soccer Kids, degli allenamenti, delle partite e dei bambini. 
Lino alla quinta birra media ad alta gradazione bevuta come se fosse acqua ha iniziato a dare cattivi segni di cedimento neurale, muovendosi a scatti e a parlare in maniera agitata. Molto agitata. “Yuri è troppo bravo ma in questa squadra non è capito. - ha tuonato - Non va bene. È tutta colpa di tuo figlio, il principino. Secondo me non vale un cazzo. Mio figlio è mille volte meglio del tuo”. Poi ha guardo con odio il mio Luca ed io ho provato un brivido di rabbia. A tavola siamo rimasti tutti interdetti. 
Da una tranquilla pizzata con moglie e figli nel post partita si è trasformata in uno sfogo contro mio figlio, colpevole di avere qualche qualità. Lui ha continuato: “Tuo figlio però piace di più e mette in ombra il mio che è più bravo. Quindi o lo porti in un’altra squadra o porto via il mio. Non possono più giocare insieme”. 
A questo punto del suo grande discorso ha iniziato a battere i pugni con forza sul tavolo e ad alzare la voce cercando la rissa con me. Sono dovuti intervenire il gestore, due camerieri e un nutrito gruppo di genitori per farlo uscire dal locale. Sembrava di assistere alla scena finale del film “Gli Intoccabili”, mentre in tribunale viene portato via con forza un agitatissimo Al Capone interpretato magistralmente da Robert De Niro. 
Non ho più visto Lino e il suo piccolo Yuri. Mi hanno detto che continua a comportarsi molto male e a cambiare società ogni tre mesi perché nessuno capisce il grande talento calcistico del figlio. Adesso devo andare. Buona terapia a tutti. Continuerò a raccontarvi queste storie alla prossima seduta.

domenica 3 marzo 2013

Peggio degli ultras


Nello stadio è scoppiato il caos. In campo i bambini stanno disputando gli ultimi minuti della finale. Sugli spalti invece due mamme di opposti schieramenti si stanno azzuffando senza risparmiarsi borsate, parolacce e tirate di capelli. Luca segna un altro goal e chiude la partita. Evento questo che complica la situazione. I mariti intervengono per sedare le due donne, ma sono così carichi di adrenalina che a loro volta vengono alle mani.  Interviene un altro genitore urlando contro i supporter della squadra avversaria, poi un altro ancora. Non ci capisce più nulla. Peggio degli ultras. Soltanto l’arrivo della polizia locale riesce a sedare gli animi. Intanto, nel campo è iniziata la cerimonia di consegna dei trofei e delle medaglie. I bambini, almeno questa volta, non si sono accorti di nulla. Adesso devo scappare per accompagnare mio figlio all'allenamento. Continuerò a raccontarvi queste storie alla prossima seduta.