mercoledì 24 ottobre 2018

Rilassati, siediti e goditi la partita

Sono ovunque. Li trovi nei bar della società di calcio, sulle tribune in modalità corvo, nel parcheggio e perfino dentro la tazza del cesso quando alzi la tavoletta per fare quello che devi fare. Di chi vi sto parlando? 
Dei papà che sono ancora assolutamente convinti di avere creato, attraverso atto riproduttivo istintivo con organismo pluricellulare di sesso opposto, un futuro campione del calcio mondiale. Posso capire quando un papà nel pallone si trova all'inizio del tunnel del calcio giovanile. 
Non ha ancora esperienza e non riesce facilmente a controllare le emozioni, le colossali aspettative e soprattutto quella irresistibile voglia di dire cazzate. Ma dopo 5 o 10 anni che segue suo figlio, che pur girando come una trottola da una società all'altra causa presunta incomprensione dei vari mister non è emerso, deve farsene una ragione, stare calmo e rilassarsi. 
Suo figlio non è un campione, non ha neanche talento e da un po’ di tempo sembra più interessato ad andare a trovare la compagna di scuola (quando i genitori di lei non sono in casa), piuttosto che andare al campo a tirare calci al pallone. 
Dopo tutto questo tempo, il povero papà nel pallone dovrebbe avere capito che, anche nel caso in cui effettivamente suo figlio dovesse avere talento e testa, difficilmente riuscirebbe ad andare avanti, a fare carriera. 
Per “esplodere” dovrebbe essere un fenomeno eccezionale veramente o come dicono le persone educate “avere una grandissima botta di culo”. Quindi a questo papà diamo tutti una affettuosa pacca sula spalla e diciamogli in coro: “Rilassati, goditi le partite e smetti di raccontare di quanto sia bravo tuo figlio a giocare a pallone”. (continua)   

mercoledì 17 ottobre 2018

Non avvicinatevi al rognone

Ciao, mia chiamo Greg e sono il padre di Luca, un ragazzo di 14 anni che gioca a calcio. Nella seduta di oggi mi voglio soffermare sulla fauna che vive e si riproduce nei campi delle società di calcio. È un’analisi quasi scientifica, a tratti sociale. In ogni ambiente ci sono diverse tipologie di organismi pluricellulari, per esempio se passeggiando in un bosco spostiamo un sasso quasi sempre sotto ci troviamo dei vermi di struttura consistente che ondeggiano nervosamente per essere stati disturbati. Ecco qualcosa di simile succede nelle diverse sedi calcistiche: ci sono i più disparati esseri che vivono in loco, giocano a carte, bevono vino e parlano di una gioventù ormai lontana passata tra le braccia di bellissime donne (che poi magari in realtà erano inguardabili, ma meglio non indagare). Fanno parte del pacchetto calcio e a vario titolo svolgono qualche mansione per la società (gratis o dietro simbolico compenso, poi subito “bevuto” al bar, magari affettando salami nostrani). E tra questi c’è chi si occupa della biglietteria, dei campi di gioco, della pulizia degli spogliatoi e di molto altro ancora. È immancabile, però, il “rognone”, quello che si lamenta, bestemmia per ogni minima cosa, ha da ridire sugli allenatori, società, dirigenti, calciatori e odia il resto del mondo. Basta mettersi in fila, ne ha per tutti. (continua) 

mercoledì 10 ottobre 2018

Sono arrivate le ragazze

È stata solo una questione di tempo. Prima o poi sarebbe successo. È inevitabile, come il sorgere del sole. Sono arrivate le ragazze, le prime fidanzatine dei nostri calciatori, conosciute a scuola o attraverso i social. 
Stanno fuori dal campo, saltellano cariche di adrenalina dietro la rete. Sono le morose con i loro look improbabili copiati dalle riviste on line di moda e armate di smartphone. Alcune hanno ciocche di capelli di color verde vomito, come quello di Linda Blair nel film “L’Esorcista”. 
Incitano i nostri giocatori, sorridono e scattano foto a ripetizione. E poi all'uscita alla fine della partita, ognuna corre verso il proprio ragazzo aspirante calciatore. E si stringono e si baciano come negli “happy end” delle commedie americane. 
Tutto molto bello. Tutto molto interessante. Anche se viene da sorridere a pensare che queste ragazzine fino a ieri giocavano con le bambole e i nostri giocatori con le figurine Panini. Il tempo passa, dentro e fuori dal campo. Alla prossima seduta.

mercoledì 3 ottobre 2018

Ragazzi brufolosi e cazzuti

Non lo avrei mai detto. La Football Storm in campo sembra davvero una squadra cazzuta, anche se molti dei ragazzi non ci sono ancora con la testa. Sono in quella fase critica e pseudo allucinogena di transizione adolescenziale che tra catastrofi vere o presunte, momenti di euforia, sfoghi ormonali come se non ci fosse un domani dovrebbe portare tra qualche anno al conseguimento della maggiore età. Nel frattempo, giocano ancora a pallone. Allenamenti duri, provano schemi, ragionano con il mister su come affrontare ogni partita del campionato regionale. Hanno già vinto qualche incontro e subito anche una dura sconfitta. Vanno avanti e insieme crescono brufolosi e cazzuti. E almeno questo mi sembra normale. (continua)