sabato 25 luglio 2015

Stati di paranoia collettiva

Un ragazzo che viene escluso dalla rosa della squadra ci resta sicuramente male ma una volta collocato in un’altra società ricomincia con voglia di riscatto e dimentica tutto in fretta. Non è la stessa cosa per i genitori che invece entrano in uno stato di grande paranoia collettiva. In particolare, nell'attesa del responso cominciano a chiamarsi e a messaggiarsi via sms decine e decine di volte al giorno, nella speranza di sapere qualcosa di nuovo, che da qualche parte dell’universo trapeli una notizia sulle conferme, gli addii e i nuovi arrivi da integrare nel gruppo. 

La sensazione di tutti, anche di quelli più razionali che solo apparentemente si contengono, è di stare sulla graticola. Non sanno che fine faranno i propri pargoli aspiranti campioni. Le domande che frullano nelle menti deviate di questi adulti fanatici del pallone sono sempre le stesse: “Mio figlio sarà confermato? E se la società lo dovesse mandare via? Riuscirò a comunicargli la mesta notizia nel modo corretto? Possibile che ancora non si sappia niente? Come accadrà il domani? C’è vita su Marte? Il pallone è il gioco più amato del sistema solare?”. 

Insomma, un logorio continuo e doloroso del tessuto celebrale che si placa quando arriva il fatidico giorno, quello della comunicazione ufficiale da parte delle società di calcio giovanile delle rose di ogni squadra per la prossima stagione. Come a scuola quando espongono i quadri riguardanti ammessi e bocciati o come nel programma televisivo “Il Grande Fratello”, dove si viene nominati con il rischio di essere cacciati via, si provano emozioni forti, anzi fortissime: tensione, paura, sudorazione eccessiva; pallore in volto; tachicardia. Qualcuno inizia anche a balbettare o a svenire ripetutamente sbattendo la faccia contro il freddo pavimento. 

Da questo stato paranoico si passa immediatamente alla felicità estrema, quando si apprende della conferma del proprio ragazzo. In caso negativo, invece, si lascia la sede della società trascinandosi a testa bassa. Scatta il “de profundis” e sul cofano della propria macchina come per magia in bella mostra si materializza anche un mazzo di garofani. Neanche a un funerale di un parente si prova così tanta tristezza. Non serve a molto la solidarietà, le sentite condoglianze espresse dagli altri genitori i cui figli sono stati invece confermati. 

Basta, sono stanco. La stagione è finita. Il mio Luca è stato confermato e tutti in famiglia abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Sono un papà nel pallone. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.

mercoledì 15 luglio 2015

La selezione naturale nel calcio

Finita la stagione, per circa 30 giorni, giocatori e rispettivi genitori restano nella spasmodica attesa di conoscere il proprio destino, la conferma o l’eventuale esclusione dalla squadra. Tutti sono consapevoli del fatto che il proprio pargolo potrebbe essere mandato via, per fare spazio ad altri giocatori che la società ha individuato altrove tramite chi si occupa di scouting e poi reclutato. A volte non basta per un ragazzo avere giocato bene, perché se arriva un giocatore che per i tecnici è più bravo di lui, è fatto fuori senza troppi giri di parole. Punto e basta! È la legge della selezione naturale nel calcio, anche se non estranea a qualche margine di errore. A volte il presunto fenomeno che è entrato in squadra facendo saltare qualcuno, potrebbe poi rilevarsi nel tempo non all’altezza delle aspettative. Evitare questo dipende dal grado di competenze del comparto tecnico. Ora immaginate la pressione cui sono sottoposti i calciatori in piena fase di preadolescenza? Un anno di fatiche e sudore dietro al pallone per poi a fine stagione correre il rischio di non essere confermati. Gli esperti spiegano che così va anche nel mondo del calcio giovanile. (continua)

mercoledì 8 luglio 2015

La prova di nervi finale

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Quando la stagione è finita e i ragazzi appendono le scarpe al chiodo per iniziare a godersi l’estate, i genitori devono affrontare l’ultima ed estenuante fatica, soprattutto se la società dilettantistica è di buon livello. Uno scoglio da superare che mette a dura prova i loro nervi e li debilita anche nel fisico, in alcuni casi provocando insonnia, nausea e nelle situazioni più estreme stati di allucinazione. Il sonno di chi riesce a dormire spesso viene interrotto da incubi della peggiore specie. Quei brutti sogni in cui un papà nel pallone si solleva di scatto dal letto fradicio di sudore gridando: “Nooooo! Mio figlio noooo!”. Cari amici di terapia vi state forse chiedendo dove io voglia andare a parare? Cercherò di essere sintetico e diretto, voi sapete che cosa accade nel mondo del calcio professionistico a fine stagione? Inizia il calcio mercato con giocatori in ingresso e in uscita da ogni squadra. Occorre rinforzare e ottimizzare la rosa in vista dei nuovi campionati. Ecco in piccolo succede la stessa cosa anche nel settore del calcio giovanile, a partire dalle dilettantistiche. (continua)