mercoledì 29 aprile 2015

Tutti maalox per i tornei

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. La Soccer Kids è arrivata al secondo giro di boa della stagione. È terminato anche il campionato primaverile conquistando la vetta della classifica. Cari amici di terapia si respira un’aria più serena, quasi di vacanza estiva, ma è ancora troppo presto per tirare i remi in barca. Giustamente i ragazzi (guai a chiamarli bambini), il mister, il dirigente e tutta la tribù si vogliono godere il momento. Invero, la pausa sarà molto breve, anzi bisognerà fare scorta di maalox, camomilla e di ogni sorta di tisana antistress. Vi state chiedendo perché? Da maggio partiranno i tornei che amo definire, come sempre, mercati della vacche a cielo aperto perché servono alle società per rubarsi a vicenda i ragazzini più talentuosi. (continua)

giovedì 23 aprile 2015

Alzati e corri

In partita certi genitori cerebrolesi non risparmiano commenti duri e cattivi contro i giocatori della squadra che non stanno andando bene, anziché incitarli a prescindere come andrebbe fatto. Quante volte al primo sbaglio di un baby calciatore ho sentito qualche genitore urlare: “Mister buttalo fuori, cambialo. Oggi non c’è proprio” o “Allora stai giocando o passeggiando? Datti una mossa schiappa”.
Che conseguenze possono avere queste frasi su un ragazzino già in difficoltà in campo? Non credo proprio che possano essergli di aiuto. Solo il mister è autorizzato a riprendere un ragazzo in campo, a incitarlo e se è intelligente a spiegargli le motivazioni del richiamo sempre con il fine di aiutarlo a migliorare e crescere, a correggere eventuali errori.
A volte però un bambino è semplicemente “non in forma” o distratto per tante ragioni che spesso sfuggono al mondo degli adulti. Può accadere perché cosa normale. Tutto questo per molti genitori è invece inconcepibile. Ogni giocatore deve dare sempre il massimo, anche se dovesse ricevere un brutto fallo durante la partita e cadere a terra, dovrebbe alzarsi di scatto e continuare a giocare come se fosse Rambo o Terminator.  Vi racconterò altre storie, alla prossima seduta.

lunedì 13 aprile 2015

Il livello schiappa

Ci sono genitori e allenatori che vedono i baby calciatori come infallibili macchine da guerra del pallone da schierare in campo con la certezza di vincere ogni partita. L’assurdo è che persino Lionel Messi o Cristiano Ronaldo possono sbagliare un passaggio o un tiro, anche se invero succede raramente. Invece, a un ragazzino di 10 anni che sbaglia non si perdona nulla. E così se fino all’altro ieri per lui si sprecavano tutti in complimenti, al primo errore è automaticamente collocato al livello schiappa. Dalle stelle alle stalle, da promettente calciatore che traina la squadra a totale incapace che rallenta il gioco e impedisce ai compagni di avere il giusto ritmo di gara. Un fenomeno questo che in campo può colpire senza pietà qualsiasi giocatore, dal portiere al difensore, dal centrale all'attaccante. (continua)

giovedì 9 aprile 2015

Rambo e Terminator in campo

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. È incredibile rilevare come nella Serie A del campionato ci siano giocatori pagati milioni di euro che attraversano lunghi periodi di basso rendimento o che hanno frequenti problemi fisici. Altri si rompono come grissini al primo scontro in campo. Mi hanno detto che rispetto al passato i ritmi del mondo del calcio sono cambiati diventando frenetici. Anche la pressione mediatica è aumentata a dismisura. Allora se questo è vero per i calciatori adulti e professionisti, perché tornando ai ragazzini di dieci anni che giocano a pallone si deve pretendere sempre il massimo indipendentemente dal fatto che appartengano a società dilettantesche o professionistiche? Non possono ammalarsi. Non possono avere un momento di basso rendimento. Non possono sbagliare. Non possono lamentarsi se subiscono un fallo. I ragazzi, però, non sono Rambo e neanche Terminator. (continua)

domenica 5 aprile 2015

La partita piace maschia

Come sempre in tutte le cose serve un minimo di equilibrio: un campo di calcio non può trasformarsi in un ring, dove i giocatori se le danno di santa ragione. Va bene lo scontro fisico. Va bene usare anche espressioni colorite e tribali come “è stata una partita maschia” o “si sono fatti valere e li hanno schiacciati”. Non ritengo giusto però esagerare, insegnare a colpire duro gli “avversari” per fare male. Non capisco una mazza di calcio ma questo modo di fare non mi piace. Il vero calcio è tutta un’altra storia, un mix di sudore, talento e sacrifici. Amici di terapia a volte penso a cosa farei se mio figlio Luca dovesse subire un brutto fallo? La risposta è che probabilmente reagirei molto male, soprattutto se fosse stato compiuto volontariamente? Farei un casino pazzesco. La colpa non è dei ragazzi, ma ancora una volta degli adulti che spesso portano dei piccoli giocatori sulla cattiva strada pur di ostacolare e fermare gli avversari, quando non ci riescono con le proprie capacità di gioco. In ogni modo, il mondo come il pallone sul campo continua a girare e quindi andiamo avanti. Alla prossima seduta.