mercoledì 29 marzo 2017

Devi stare zitto! Ora ti spacco la faccia

Un attimo dopo il fischio finale dell’arbitro che ha decretato la vittoria della Soccer, negli spalti è scoppiato il finimondo: da un lato le urla di gioia dei genitori dei vincitori, dall'altro le urla rabbiose degli sconfitti contro l’arbitro, il governo ladro e il creatore dell’universo. 
Ancora una volta a passare il segno è stato il solito papà furioso della Superba, squadra già affrontata e sconfitta la mattina. Un uomo sui 45 anni, corpulento, palesemente ubriaco e fuori controllo, che ha puntato Marco, un ragazzo di 18 anni e fratello maggiore di un compagno di squadra del mio Luca. 
«Imbecille che cosa festeggi, avete vinto solo grazie all'arbitro. Devi stare zitto, vergognati. Ora ti spacco la faccia», gli ha detto l’uomo che poi in un attimo si è avvicinato al ragazzo per dargli una testata. Marco, che è un campione di arti marziali, l’ha schivata ed istintivamente per difendersi gli ha dato un pugno centrandolo in pieno viso. 
L’ubriaco ha vacillato un attimo prima di cadere svenuto a terra con il naso sanguinante e probabilmente anche rotto. Un’altra scena pietosa e per fortuna senza altre conseguenze negative. I genitori di entrambe le squadre questa volta hanno collaborato. Un gruppo ha allontanato Marco, un altro ha soccorso il papà sanguinante che dopo qualche minuto si è ripreso ma non urlava più. Dopo le docce dei ragazzi finalmente tutti a casa. Ci aggiorniamo alla prossima seduta, cari amici di terapia. 

mercoledì 22 marzo 2017

Un terzo tempo infernale

Il terzo tempo della partita è stato un vero inferno. I ragazzi della Soccer e della Superba si sono affrontati senza risparmiarsi e portando anche all'estremo gli scontri fisici
Perfino il mio Luca, forse per gli effetti di un’overdose di agonismo, ha spazzato via in aria un avversario entrando con il piede a martello in stile treno merci. 
Brutta cosa da vedere. Non aveva mai fatto una cosa del genere. Lui stesso è rimasto sorpreso e rendendosi subito conto di aver sbagliato è andato a scusarsi ma il problema è stato il solito genitore pazzo della Superba attaccato alla rete che gli ha gridato: «Sporco maiale esci fuori. Ti spacco la faccia, esci fuori. Buttate fuori quel porco». 
Luca lo ha sentito e, cosa che non ha mai fatto, è scoppiato in lacrime. Il mister e i dirigenti, allora, lo hanno subito sostituito e poi cercato di calmare mentre il papà fuori continuava a riempirlo di insulti. 
La partita è terminata con la vittoria di misura della Soccer. Poi per fortuna, è iniziata la pausa pranzo, una tregua di qualche ora prima della ripresa della fase pomeridiana del torneo e la finalissima. (continua)

mercoledì 15 marzo 2017

Il papà della Superba perde la testa

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. In questa seduta vi voglio raccontare le disavventure che con la squadra e gli altri genitori abbiamo dovuto affrontare durante un lungo torneo di domenica scorsa. 
Il primo sole che precede l’arrivo della primavera ha donato a tutti una piacevole sensazione. In qualche soggetto diversamente intelligente, però, ha anche svegliato cattivi istinti primordiali che lo hanno reso particolarmente propenso alla rissa per futili motivi
Nella tarda mattinata si sono svolte le prime finali per poi accedere alle partite pomeridiane. La squadra di Luca ha affrontato la Superba, un’avversaria “rognosa” da battere con giocatori poco dotati tecnicamente ma imponenti fisicamente e capaci di ripartenze fulminati. Alla fine del secondo tempo la Soccer era sotto di 2 goal ma nell'ultima porzione della partita ha rimontato alla grande passando in vantaggio. 
È stato a questo punto che un genitore della Superba è uscito di testa attaccandosi alla rete per urlare come un ossesso contro i nostri ragazzi e non risparmiando parolacce molto pesanti. Inutili sono stati i tentativi di portalo alla calma. Forse sarebbe stato meglio ricorrere al dispositivo lancia siringhe con narcotico che si utilizza per gli elefanti. (continua)

mercoledì 8 marzo 2017

Un Vademecum per comportarsi bene

Non tutti i genitori che hanno un figlio baby calciatore sanno che esiste la “Carta dei diritti dei bambini e dei doveri degli adulti” elaborata dal Settore Giovanile e Scolastico della Figc. Un vademecum con semplici regole da seguire, per fare svolgere l’attività sportiva ai ragazzi in un contesto sereno a 360°. 
A volte non lo sanno neanche le società che in teoria dovrebbero consegnare copia di questa “carta” a tutti i genitori degli iscritti. Sarebbe, quindi, opportuno correre ai ripari e farsi dare questo vademecum oppure scaricarlo semplicemente dal sito della Figc. È stato anche pubblicato, previa autorizzazione, nel libro “Un Papà nel Pallone” (Edizioni La Memoria del Mondo). 
Ecco un semplice esempio dei contenuti, limitatamente ai diritti dei bambini che praticano attività calcistica: 1) Diritto di divertirsi e giocare; 2) Diritto di fare sport; 3) Diritto di avere i giusti tempi di riposo; 4) Diritto di beneficiare di un ambiente sano. E così via. Un vademecum articolato da leggere assolutamente, almeno per tentare di mettere i tanti “papà nel pallone” nella giusta direzione e fare del bene ai ragazzi. Adesso sono stanco, ci aggiorneremo alla prossima seduta.

mercoledì 1 marzo 2017

Aiuto! È arrivato il papà cannibale

A fare più paura nel calcio giovanile sono, da un lato gli adulti violenti e frustrati, dall'altro i numerosi genitori cannibali di ruoli altrui. Chi sono costoro? Sono i papà che creano confusione, mescolano e interpretano tutte le figure che accompagno la crescita dei ragazzi, accentrano tutto. 
Il papà cannibale è quello che si mangia il ruolo di tutti gli adulti che ruotano attorno alle società sportive, per esempio del mister, del dirigente sportivo e perfino del medico. Deve fare tutto lui. È quello che si attacca alla rete e urla a baby giocatori come muoversi durante la partita o gli allenamenti. È quello che critica le scelte del mister e le politiche seguite dalla società sportiva. È quello che sa anche come curare bene il figlio (o altri ragazzi della squadra), quando ha un problema fisico legato alla crescita o a un piccolo infortunio avvenuto sul campo. 
Questo esemplare di uomo si rivolge al medico solo per avere conferma delle sue tesi (spesso sbagliate). Un papà cannibale, comportandosi così, dimentica soprattutto il suo vero ruolo, quello di genitore responsabile che dovrebbe limitarsi ad accompagnare il figlio, a sostenerlo e a collaborare positivamente al suo normale processo di crescita in stretta sinergia con le altre figure delle società sportive. (continua)