giovedì 27 febbraio 2014

Business e scuole calcio

Le statistiche spengono ogni cenno di entusiasmo sul possibile futuro di qualsiasi ragazzino nel calcio professionistico. Il sistema attuale rende tutto più difficile. Eppure in tempi di forte crisi economica perfino le riviste di economia suggeriscono di avviare una scuola calcio. Il gioco più amato dagli italiani è sempre fonte di business. 
Migliaia di ragazzini continuano a riempire i campi d’Italia, da quello di patate a quello in erba a sintetica di ultima generazione, per inseguire il sogno di diventare un giorno professionisti. 
Migliaia di ragazzini continuano a fare tanti sacrifici per prendere a calci il pallone. Luca e tutti i bambini che ho incrociato in questi anni mi fanno tanto tenerezza e se uno di loro dovesse farcela, non importa chi, mi farebbe molto piacere. Adesso devo andare. Alla prossima seduta.

lunedì 24 febbraio 2014

Non si investe sui giovani

Il problema dei giovani talenti italiani è che non sono adeguatamente valorizzati. Lo ha sostenuto pubblicamente perfino un personaggio del calibro di Arrigo Sacchi, attuale coordinatore tecnico delle nazionali azzurre. 
Ci sono tanti giovani promettenti ma si investe poco a differenza di quanto avviene all’estero. Non vengono aiutati a crescere e chi ci riesce è spesso per merito di volontari che hanno una grande passione per il calcio. Le squadre continuano ad essere imbottite di stranieri. (Continua)

mercoledì 19 febbraio 2014

Professionista lo diventa uno su 30 mila

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Con il passare del tempo mi rendo conto che emergere per un ragazzino è davvero difficile. 
I numeri come sempre sono freddi e sentenziano che mediamente un solo bambino ogni 30 mila riesce a diventare un calciatore professionista. 
Non è un dramma se questa attività, sempre impegnativa per prole e genitori resta tale, cioè una disciplina sportiva che occupa uno spazio importante nel processo di crescita ma non fondamentale. Ma è anche vero che più un bambino va avanti e migliora più si insinua nella mente del genitore il pensiero che forse potrebbe farcela. (Continua)

lunedì 17 febbraio 2014

Alzati e gioca, cadavere!

Il punto più basso della partita si è toccato quando un giocatore della CVS ha ricevuto una pallonata in pieno viso. Si è accasciato sul campo e tutti sono andati a soccorrerlo, per assicurarsi che non si fosse fatto nulla. In questo caso, qualunque cosa succeda in campo, si usa versare sul punto di dolorante un poco di acqua come se avesse qualche  proprietà terapeutica miracolosa. Niente di grave per il bambino, ma oltre al dolore per la pallonata ha dovuto subire anche lo sfogo folle del padre che gli gridava dagli spalti: “Sei un cadavere! Alzati subito e continua a giocare. Sbrigati cadavere”.  Anche gli altri genitori hanno fatto la loro sporca parte e ad ogni sbaglio dei loro figli, giù con una pioggia di rimproveri conditi con pesanti epiteti. Questi giocatori della CVS sono andati a casa con la testa bassa, dispiaciuti di aver preso 21 goal ma soprattutto di essere stati umiliati dai propri genitori. Il più gentile della mandria di adulti dopo la partita si è limitato a dire: «Sono dei cani morti. Altro che partite e perdite di tempo, gli dobbiamo dare un pallone per andare a giocare nel parco sotto casa”. Forse sarebbe meglio per loro perché avere dei genitori così cerebrolesi deve essere un peso non indifferente da sopportare nella vita. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.

martedì 11 febbraio 2014

I genitori contro

Non è stata una bella partita. I nostri ragazzi della Soccer Kids hanno segnato praticamente un goal ogni due minuti alla CVS (Calcio, Valori e Sport). L’incontro è terminato con l’imbarazzante risultato di 21 goal a zero. Queste partite non servono a nessuno: né a chi perde, né a chi vince. Che cosa si può fare quando la differenza tra due squadre formata da bambini dello stesso anno è così alta? Interrompere la partita? Fare giocare la squadra meno competitiva con più giocatori? Mescolare le squadre? Non credo che nessuna di queste soluzioni sia possibile. Che imbarazzo vedere quei ragazzini in difficoltà, perdere in maniera così drastica con l’aggravante di dove subire le urla di rimprovero dei genitori e perfino dell’allenatore. (Continua)

giovedì 6 febbraio 2014

Il tempo birichino

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Il tempo è birichino. Anche sui campi di calcio si alternano in modo frenetico sole, pioggia e neve. La scorsa domenica ci siamo trovati a seguire una partita amichevole della Soccer Kids illuminati da un timido sole ma prossimi all’ibernazione a causa di un vento insistente e gelido. E loro, i nostri ragazzini, impavidi correre avanti e indietro per il campo. Ma non è stato solo il freddo a segnare la giornata. I genitori della squadra avversaria si sono comportati malissimo, aggredendo verbalmente i loro figli colpevoli di non giocare bene. Invece di sostenerli hanno contributo a mandarli in confusione. (Continua)

martedì 4 febbraio 2014

È una questione di cultura

Non sono diventato un fanatico del pallone, ma seguendo da diversi anni Luca e la sua squadra alla fine mi sono fatto una cultura in materia. Oltre a libri, giornali e applicazioni per lo smartphone, la cosa più incredibile per me, naturale per gli altri appassionati, è stata abbonarmi ai canali televisivi di calcio. Ho così scoperto aspetti completamente nuovi: non ci sono soltanto decine di partite da seguire bivaccato sul divano in compagnia di mio figlio, ma tutta una serie di programmi e servizi giornalistici che approfondiscono in maniera esasperata ogni singolo aspetto di questo mondo. Sono stato contaminato e continuo a sprofondare nel tunnel del pallone, ma per fortuna nella mia mente ci sono ancora delle sacche di resistenza. Per esempio, quando mi trovo davanti al televisore riesco ad alternare un buon film con una partita di calcio, un programma culturale con le ultime notizie di mercato. Forse non mi sono ancora perso del tutto e questa terapia di gruppo mi potrebbe salvare. Alla prossima seduta.