mercoledì 23 aprile 2014

Maledetta Aquila Nera

I pulcini della Soccer Kids hanno disputato un'ottima partita. Peccato che tutto si andato in malora per il comportamento scorretto dell'allenatore dell’Aquila Nera, la squadra avversaria. 
Luca ha fatto una doppietta nel primo tempo, ma dal secondo il tecnico avversario ha iniziato a imbrogliare, prima inserendo di nascosto tre giocatori della categoria superiore, poi con un non richiesto arbitraggio a senso unico che ha mandato in tilt i nostri baby giocatori per presunti falli, fuori e calci d'angolo inesistenti. 
Meno male che il gruppo di genitori della Soccer Kids è moderatamente tranquillo perché per molto meno ho visto scatenare risse in campo e sugli spalti. 
Nell'ultimo tempo con questi stratagemmi Aquila Nera è passata in testa con 4 goal contro 3 dei nostri. Nell’ultimo minuto utile il nostro numero 7 facendoci spazio con forza tra la difesa avversaria ha sganciato un potente sinistro che si è infilato in un angolino della rete. Il portiere non l’ha neanche vista entrare. Inevitabile l’esaltazione ma poi l'allenatore della squadra avversaria ha preteso l’annullamento del goal per un non meglio definito fallo precedente. 
Avreste dovuto vedere la faccia sconvolta dei giocatori della Soccer e quella del nostro tecnico argentino che ha preferito non contestare lasciando fischiare la fine della partita. (Continua)

venerdì 18 aprile 2014

Senza parole

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Può capitare di seguire una partita di bambini e restare senza parole. Se è vero che anche nel calcio giovanile vincere non è importante ma l’unica cosa che conta, oserei aggiungere purché si rispettino le regole e si permetta un bel gioco. Può capitare che in una partita di bimbetti qualche allenatore abbia la fregola di vincere a qualsiasi costo e inizi a falsare tutto iniziando a inserire con l’inganno nella sua squadra anche altri giocatori più grandi o di squadre più competitive. Può capitare che tutto questo non basti e serva fare di più come improvvisarsi anche direttore di gara, fregandosene dell’auto arbitraggio che dovrebbe esserci tra i pulcini e solo con lo scopo di favorire i suoi giocatori e di bloccare con qualsiasi pretesto le azioni più pericolose degli avversari o addirittura annullare qualche goal regolare. È quello che è successo alla Soccer Kids la scorsa settimana in occasione di una delle ultime partire di campionato (Continua).

lunedì 14 aprile 2014

Solo squadre A, il resto è fuffa

Nelle società di calcio giovanile l’attenzione è tutta per le squadre A. Le altre possono vincere, perdere, giocare male o bene. Quello che fanno tanto non interessa a nessuno. Alcune realtà, invero, per evitare differenze riducono per ogni annata le squadre a un numero massimo di due formazioni rinunciando a maggiori incassi con le iscrizioni, ma di fatto le differenze di trattamento tra le squadre persistono e per assurdo in questi casi sono addirittura più evidenti. Se per esempio, una società di calcio ha solo due squadre per la categoria 2002, vuol dire che ha fatto una selezione ma anche che al 99% ha formato una squadra (la A) di soli elementi bravi e l’altra (la B) di giocatori altrettanto talentuosi ma con qualcuno con minori capacità. Il risultato è che la prima squadra è messa nella condizione ottimale per crescere, mentre la seconda parte svantaggiata. Non sarebbe meglio per una società avere due squadri forti dello stesso livello? Meglio poi evitare di addentrarsi in quei strani meccanismi che portano dei ragazzini non dotati nelle squadre A o addirittura in squadre professioniste. Questi forse sono misteri del calcio giovanile, inspiegabili per i profani. Non sempre, infatti, certe politiche sono comprensibili per i genitori ma sicuramente le società avranno le loro valide ragioni per compiere certe scelte. Basta, sono stanco. Sono un papà nel pallone. Vi racconterò altre avventure alla prossima seduta.

giovedì 10 aprile 2014

I bimbi calciano, le società guadagnano

Ci sono società di calcio giovanile il cui unico obiettivo è fare business iscrivendo il maggior numero possibile di ragazzini. Il costo annuale per ogni iscritto varia dai 300 ai 500 euro, cui bisogna aggiungere periodici e a volte non indifferenti extra. 
Se adesso, cari amici di terapia, considerate che per alcune annate formano dalle quattro alle sei squadre e che ogni squadra conta mediamente 10 piccoli atleti, il conto è fatto. In una società che è la maggiore antagonista della Soccer Kids di Luca, soltanto per i 2006 ci sono cinque squadre, di 10 giocatori ciascuna. Con l’iscrizione individuale che è di 500 euro, solo con questa categoria la società introita 25 mila euro l’anno. 
Non ci sarebbe nulla da obiettare se a tutti i bambini delle cinque squadre fosse garantito lo stesso trattamento, anche in termini di crescita e attenzione. Non è così. Quello che accade è che spesso i più bravi vengono fatti confluire nella stessa squadra e poi gli altri in ordine di lettera o colori (perché a volte bisogna essere creativi) in altre squadre. In questo modo si formano le squadre A, B, C e così via oppure Gialla, Rossa, Verde. 
Su questa selezione e distribuzione non tutti i genitori hanno la stessa posizione. Personalmente credo che le squadre debbano essere costruite in maniera equilibrata, affinché non ci siano troppe differenze tra i baby giocatori (in termini di maturità e capacità motorie). Il problema è che spesso alle società interessa solo la squadra A e se va bene anche la B. Tutte le altre servono per fare “gruzzolo” con le iscrizioni e di conseguenza vengono poco seguite. (Continua)

domenica 6 aprile 2014

Sognando la Serie A

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. In questo periodo come sentivo dire una volta sono più confuso che persuaso. Questo accade quando mi trovo in una situazione poco comprensibile su cui poi il cervello inizia a lavorare per fare chiarezza. In questi anni di dipendenza dal pallone dietro mio figlio Luca ho visto proliferare un numero infinito di scuole calcio. È chiaro che sono prima di tutto un business anche in tempi di crisi, anzi sono in continua crescita perché riescono a coinvolgere ovunque migliaia e migliaia di ragazzini che sognano di diventare professionisti. Sono i potenziali Candreva, Immobile, Cerci o Marchisio del futuro. Loro ci credono ma i genitori di più. Ed è proprio su questo sogno che spesso si fa leva per fare funzionare “economicamente” le scuole calcio. Tutto legittimo, purché queste strutture garantiscono serietà e competenza, per consentire ai ragazzini che hanno qualche potenzialità di crescere e coltivare un sogno secondo sani principi sportivi ed etici. Non è sempre così, purtroppo. (Continua).

mercoledì 2 aprile 2014

Genitori che non socializzano

Ci sono delle squadre in cui i genitori, nonostante la convivenza con qualche “adulto” fastidioso che tenta di mettere zizzania, riescono a fare gruppo. Certe differenze poi si notano. Noi della Soccer Kids, per esempio, abbiamo anche smesso di scattare fotografie e di girare dei video. In altre squadre invece ci manca poco che girino dei film sulle imprese calcistiche dei loro figli e questi genitori fanno bene. Video e foto, comunque vada a finire, resteranno per sempre un caro ricordo soprattutto per i bambini. Anche i genitori di un’altra squadra ci sembrano davvero molto affiatati. Sarà tutto oro quello che luccica? Intanto, organizzano perfino eventi e grigliate in cui, dicono, si divertono da matti, più dei loro figli che ne approfittano per correre come sempre dietro a un pallone. Noi invece non riusciamo più a fare nulla, salvo i pochi casi in si è obbligati a pranzare o cenare insieme per un torneo giornaliero. Eppure non sarebbe cosa cattiva socializzare ma non sempre si riesce a mettere ai margini chi divide, chi cerca di formare un gruppo da anteporre ad altri, chi spesso spinto dall'invidia alimenta contrasti. In ogni modo, questa stagione è andata così. Inutile arrabbiarsi che poi non serve neanche a questa terapia. Non resterà che guardare l’erba più verde dei vicini e sperare nell'ingresso di nuovi elementi positivi e in un cambio generale di atteggiamento. Ho finito. Alla prossima seduta di terapia.