giovedì 23 giugno 2016

Esseri diversamente intelligenti 2

Le cose si complicano e non poco quando il mister, per diverse ragioni, si schiera con un gruppo di genitori, anziché mantenere il suo importante ruolo di educatore super partes. Iniziare a frequentarne i membri in privato e casualmente anche a favorirne i figli in campo, per esempio facendoli giocare più degli altri o comunque valorizzandoli a prescindere. Quello del calcio giovanile è davvero un circo grottesco dalle mille sorprese. Mi vengono in mente i gruppi patinati dei genitori facoltosi, alcuni sempre con abiti griffati anche nelle situazioni meno opportune. Altri che invece ricordano tanto certi personaggi ricchi e buzzurri delle pellicole cinematografiche di Carlo Verdone o dei fratelli Vanzina. Sono questi ultimi che per conquistarsi le simpatie del mister, non lesinano favori, regali e cene in ristoranti di lusso. È la forza del denaro bellezza! E poi ci sono quelle poverette che, calpestando la propria dignità di donna e di madre, non esitano a provocare anche con imbarazzanti allusioni il mister, anzi qualcuna si spinge oltre pur di ottenere qualche favore in campo per il figlio. In fondo si tratta dell’antico e infallibile metodo utilizzato perfino dalla mamma di Forrest Gump. Accade anche nei campi di calcio, dove a giocare ci sono soltanto degli ignari ragazzini. Alla prossima seduta

giovedì 16 giugno 2016

Mio figlio non deve passare la palla al tuo

Il bilancio della stagione non è positivo. La squadra sia nel campionato invernale che in quello primaverile si è piazzata negli ultimi posti. Anche i tornei di fine stagione sono stati un disastro. Il mister ha abbandonato con due mesi di anticipo i baby giocatori. I ragazzi hanno perso fiducia e lo spirito di gruppo. In questi lunghi anni di tossicodipendenza di calcio ho imparato che quello che accade  in campo e negli spogliatoi è il riflesso dei comportamenti degli adulti. Se i genitori sono affiatati e senza esagerare fanno del loro meglio per garantire il benessere dei figli anche nello sport, dando buoni consigli, sdrammatizzando le situazioni spiacevoli, inculcando il concetto di unione per fare la forza, allora tutto fila liscio. Ma questo accade raramente e purtroppo non si vive nel mondo dei sogni. I genitori, in particolare quelli convinti di avere i figli campioni, spesso e volentieri si dividono in gruppi e sottogruppi che amano trascorrere il tempo a criticare anche pesantemente i figli dei restanti genitori che a loro volta si organizzano in più tribù e sottotribù fino alla scissione dell’atomo. Il risultato è che le divisioni tra genitori della stessa squadra poi si vedono anche in campo: il figlio di una tribù che non passa più la palla al compagno perché appartiene ad un altro gruppo; risse non solo verbali tra genitori di fazioni contrapposte; aumentano i casi di individualismo esasperato e alla fine si perde la bellezza del gioco.  (continua)

giovedì 9 giugno 2016

Stagione finita. State sereni

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Bambino per modo di dire mi ha quasi raggiunto in altezza e ha dei muscoli spaventosi. E pensare che alla nascita avrei voluto mettergli il nome di Marcantonio, poi come sempre ha prevalso la ragione e il parere della mamma che ha imposto Luca. Va bene così. È trascorsa un’altra stagione, ancora qualche torneo e poi si chiuderanno i battenti. Quest’anno in verità la Soccer Kids ha fatto il minimo indispensabile, iscrivendo la squadra ad appena quattro tornei contro le decine degli scorsi anni. Le cose cambiano. Tutto sembra più tranquillo e perfino le conferme per il prossimo anno sono arrivate in largo anticipo. Nessuno è stato mandato via. In teoria la selezione non dovrebbe esserci ma di fatto, anche nell'ultima delle ultime delle società calcistiche dilettantistiche, periodicamente qualche bambino, con più o meno tatto, viene accompagnato alla porta. Le conferme anticipate hanno evitato ai genitori di attraversare un lungo periodo di isterismo collettivo, notti insonni e soprattutto di spendere centinaia di euro in maghi imbroglioni per sapere il futuro calcistico del proprio pargolo. (continua)