mercoledì 25 ottobre 2017

Chi la vuole cotta e chi cruda

Nessuno è mai contento. Il nuovo mister della Soccer ha iniziato il suo lavoro. È troppo presto per dire se i suoi metodi sono corretti o sbagliati, se produrranno dei risultati positivi o negativi per i ragazzi. 
I bambini sono cresciuti, anche troppo ma hanno sempre la testa di dodicenni. Non sono ancora né carne, né pesce. Ma c’è sempre qualcuno che deve contestare a prescindere tutto quello che fa il mister, dal tipo di allenamento alla sua scelta settimanale dei giocatori da mettere in campo in occasione di ogni partita di campionato. 
C’è chi la vuole cotta e chi cruda, chi nera e chi bianca. Insomma, non si possono accontentare tutti. L’unico consiglio buono è di restare in silenzio, riflettere e dare tempo al tempo, salvo evidenti catastrofi gestionali. A dicembre oppure al termine della stagione, ognuno potrà tirare le somme e scegliere di conseguenza. Adesso sono stanco. Alla prossima seduta. 

mercoledì 18 ottobre 2017

Scegliere tra testa e ortiche

Lo sport aiuta i ragazzi a confrontarsi, a uscire dal mondo virtuale della play station e dei dispositivi elettronici. Permette di svolgere attività fisica, misurarsi dal vivo con i coetanei, mettersi in gioco e in ogni senso. 
Anche in questo caso il ruolo degli adulti è fondamentale, a partire dai genitori arrivando al presidente della società passando per l’allenatore che è la figura più delicata. È lui a essere sempre al centro del mirino, soprattutto quando il gioco si fa duro. I ragazzi della Soccer non sono più bambini ma ragazzini in preda alle tempeste ormonali. Deve farsi rispettare, inculcare le regole e lo spirito di squadra. Non è più obbligato a fare giocare tutti garantendo uguali minutaggi. Si è fatto un primo passo verso il mondo del calcio agonistico, quello dei grandi. 
Gioca chi si allena meglio e chi non salta gli allenamenti ma anche il comportamento ha un ruolo fondamentale. Basta pensare a diversi giocatori della Serie A italiana, campioni talentuosi che per immaturità e comportamenti sbagliati hanno bruciato la loro carriera. Come ha detto il mister della Soccer si inizia a lavorare dentro la testa, se non c’è quella, si butta alle ortiche tutto il resto. (continua)

mercoledì 11 ottobre 2017

Vietare smartphone e tablet

Cari amici di terapia, sono il papà di un ragazzo che gioca a calcio.
A volte mi chiedo che cosa passa per la testa dei ragazzi. Una generazione al 100% digitale con nuovi linguaggi e strumenti di comunicazione, bombardata da ogni angolo da milioni di stimoli 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. 
Vivono in una grande comunità virtuale, sanno cosa fare e cosa evitare, anche se in molti ritengono il contrario.
Tutto questo, però, inevitabilmente intacca la loro capacità di concentrazione, di cui si abbisogna in diverse attività, compresa quella sportiva calcistica. 
Mi accorgo che non sempre riescono a staccare del tutto e si vede durante gli allenamenti o quando il mister spiega tattiche, tecniche varie o semplicemente lezioni di vita utili per farli crescere come ragazzi e come squadra. 
Ecco perché si dovrebbe assolutamente vietare di usare smartphone e tablet prima degli allenamenti o prima di una partita. E in generale sarebbe sempre molto meglio lasciarli a casa per evitare tentazioni. Devono arrivare in campo "sconnessi" e pronti per giocare bene e con attenzione. La concentrazione deve essere massima. Un sacrificio di qualche è possibile da fare per tutti. La dipendenza è forte ma si deve provare altrimenti si rischia di finire come il ragazzo di quella storiella che, dopo un lungo black out in casa della connessione internet, ha scritto: “Ho scoperto che ci sono delle persone in casa, dicono di essere i miei genitori”. (continua)

mercoledì 4 ottobre 2017

La bellezza dei dettagli

Nella nuova veste di “genitore dirigente” devo entrare in campo con la squadra e stare in panchina. Per me che ho sempre seguito le partite dall’esterno e restando quasi in disparte, in qualche angolo tranquillo lontano dalle tribune, è sicuramente una nuova e forte esperienza. 
Adesso ho mister e ragazzi a pochi metri di distanza. È meglio di un abbonato RAI che come ripeteva lo spot pubblicitario ha un sempre un posto in prima fila. Vedi nei minimi dettagli le azioni, i momenti di tensione e quelli gioia, le espressioni dei giocatori in campo e come si muovono. Tutto cambia. Si colgono dettagli che dalla tribuna sfuggono. 
Nel tuo piccolo devi garantire un minimo di professionalità, mantenere la calma in ogni occasione, stare attento alle indicazioni del mister, fornire subito supporto se richiesto. Chissà se questa nuova esperienza mi manderà ancora di più nel pallone. Alla prossima seduta.