giovedì 29 ottobre 2015

Una generazione di giganti

Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Anche se oramai è inappropriato chiamare bambino un organismo pluricellulare di sesso maschile di 11 anni che mi ha superato in altezza di una spanna. Le nuove generazioni fanno paura. I genitori possono anche essere dei puffi ma loro diventano lo stesso delle stanghe di almeno 180 centimetri. Crescono a vista d’occhio. Non si fa in tempo a comprare un paio di scarpe per la stagione calcistica che dopo un mese saltano un numero e bisogna tornare in negozio. Lo stesso discorso per l’abbigliamento. È un problema, anche per le tasche dei genitori. L’unico modo per fare durare gli acquisti e contenere le spese è prendere sempre taglie comode, almeno una misura in più. La domanda sorge spontanea: ma che cosa hanno messo nel cibo con cui in questi anni abbiamo nutrito i nostri figli? Roba chimica che trasforma i pargoli in giganti? (continua)

sabato 17 ottobre 2015

La mamma più buona del mondo

Ricordo il caso particolare di una mamma di un ragazzo che ha lasciato un vuoto incolmabile nello stomaco dei componenti della squadra, allenatori genitori e dirigenti compresi. Ad ogni occasione si presentava con manicaretti irresistibili. Preparava torte e pizze di una bontà estrema. Una mamma/moglie così ognuno la vorrebbe per sempre. Il problema per assurdo è stato il figlio, un discreto giocatore che ad un certo punto ha detto basta a scarpette e pallone. Abbiamo fatto l’impossibile per non farlo andare via (ed egoisticamente per non perdere le delizie che ci preparava la madre). Siamo riusciti a trattenerlo fino al termine della stagione ma dopo l’estate come previsto ha voluto cambiare sport. Ancora oggi, quasi ci commuoviamo quando parliamo di lui, dei suoi passaggi perfetti al centro del campo per servire le fasce. Ma soprattutto si bagnano le nostro papille gustative nel ricordare le delizie che ci preparava la madre. La mamma più buona del mondo. È tutto per questa seduta. Alla prossima.

martedì 6 ottobre 2015

A MasterChef Italia nel post partita

Le mamme che preparano i manicaretti sono capaci in una frazione di secondo di montare un campo base, dove fare degustare le pietanze a pargoli e papà. Non ha importanza se si tratta dello spogliatoio, della sala riunioni della Soccer Kids o di una striscia di terra a ridosso del rettangolo verde. Sono bravissime. 
Prima iniziano con i biscottini e il thermos pieno di the, poi passano alla torta e dolcini vari, poi nel corso dell’anno aggiungono pizze e nei casi estremi un pasticcio di pasta al forno. Anche perché qualche mamma giura di aver sentito su Sky che i giocatori della serie A dopo le partite vengono nutriti con piattoni di pasta fumante. 
A volte le mamme si organizzano anche in squadre e competono come i concorrenti di MasterChef Italia, quelle che si specializzano sulle torte e quelle sulle pizze o altro. 
La sensazione nel corso dei mesi della stagione calcistica è che nessuno uscirà affamato dal campo. Anche in questo caso seguire un figlio a calcio permette di testare certe abitudini italiane. Ai pargoli in scarpette, dopo un allenamento o una partita, basterebbe veramente poco per fare recuperare energie, come un succo di frutta o una merenda possibilmente non industriale. Ma le mamme sono le mamme e devono poter dare sfogo a tutta la loro frenesia culinaria. (continua)