martedì 29 ottobre 2013

La tipa diversamente intelligente

Durante la partita sono stato preso di mira da una mamma tifosa e diversamente intelligente della squadra avversaria della Soccer Kids. Ha iniziato a richiamare la mia attenzione dandomi del tu e invitandomi urlando a spostarmi prima a destra, poi a sinistra, poi ancora avanti e infine indietro. Sosteneva che le coprivo la visuale. In realtà la signora ci vedeva benissimo ma non voleva nessuno davanti. Avrebbe anche potuto salire di un gradino degli spalti e cambiare sedile per seguire meglio la partita ma ha preferito infastidirmi. Ricordo ancora le sue parole: “Senti bello, ti togli davanti?”, “Tu con la giacca marrone, spostati”, “Allora? Hai sentito o sei sordo? Ti devi togliere subito, anzi dei proprio andare via. Non vedo niente”. E poi alla fine con eleganza ha sbottato: “Fai il bravo e togliti dai coglioni”. Ho evitato di risponderle e lentamente mi sono spostato dall'altra parte del campo, lontano anni luce pur di non sentirla più (continua).

giovedì 24 ottobre 2013

Lamentela contro il numero 11

Ciao, mi chiamo Greg e sono il padre di un bambino che gioca a calcio. Ho appena superato un week end turbolento e stancante. La Soccer Kids ha disputato quattro partite ed è successo di tutto. Ma sono rimasto particolarmente colpito da un gruppo agguerrito di mamme, che ha provocato interrottamente dall'inizio alla fine del torneo, coprendo d'ingiurie alternativamente i figli e i genitori delle squadre avversarie. Una di loro, più larga che alta, con capelli ricci, gonfi e disordinati come se in testa le fosse scoppiato un petardo, improvvisamente si è alzata per attaccarsi alla rete. Ha roteato la testa un paio di volte (come si fa in palestra) e poi assumendo un’espressione sinistra ha iniziato a ripetere rivolgendosi a un giocatore della Soccer Kids: "Numero 11 ti devi vergognare, ti devi vergognare. Numero 11, ti devi vergognare. Sei un macellaio. Numero 11 ti devi…". Il bimbo a suo modo di vedere era colpevole di giocare in maniera troppo cattiva, aggressiva. Non smetteva di lamentarsi e di muovere come una gallina impazzita avanti e indietro la testa. Sembrava di ascoltare una fastidiosa nenia. Se avesse indossato uno scialle nero avrebbe ricordato un personaggio dei film vecchi e grotteschi sul Sud e precisamente una di quelle donne che piangono disperatamente accanto alla bara del defunto. (continua)

lunedì 21 ottobre 2013

Sindrome ossessivo - compulsiva

Ci sono i genitori che scattano centinaia di fotografie o girano filmati brevi durante le partite dei figlioletti. A volte lo faccio anche io, ma senza esagerare. In ogni cosa servirebbe un minimo di buonsenso, questo sconosciuto. È bello poter condividere certi momenti, anche facendo ricorso ai social network che oramai sono le uniche piazze (virtuali) dove la gente si incontra (e scontra). Voi non ci crederete ma c’è un tipo che per ogni partita della squadra del figlio pubblica, in maniera ossessiva - compulsiva, minimo venti foto e altrettanti video, con tanto di commenti da ultrà. Neanche nei profili ufficiali delle squadre di Serie A o delle tifoserie organizzate si arriva a tanto. Credetemi, non capisco cosa possa spingere un genitore a eccedere in questo modo? Frustrazione? La speranza che almeno il figlio combini qualcosa di buono nella vita? La semplice carenza di neuroni? Non ho idea. Adesso devo andare. Sono sempre un papà nel pallone. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.

venerdì 18 ottobre 2013

Spezzategli le ossa!

L'altro giorno, cari amici di terapia, per ingannare il tempo durante l’allenamento di mio figlio ho seguito una partita dei 2001 che si stava disputando nel vicino campo. Gara combattuta e vivace ma pretesto di comportamenti allucinanti tra le tribune. Mamme che incitavano la propria squadra con frasi assurde del tipo: “Spezzategli le ossa” o “Colpite duro. Devono piangere”. Per un attimo ho pensato alle popolane, rozze, sudice e mezze nude che nelle arene urlavano e si eccitavano davanti al terribile spettacolo di sangue che era la lotta tra gladiatori. Ma siamo nel 2013 e questi sono ragazzini che stanno correndo dietro a una palla, ognuno cercando di fare bene la propria parte. Ho pensato a chissà come reagirebbero queste sciagurate se il loro “campione” avesse un incidente in campo, se fosse lui a spezzarsi le ossa. Lo ammetto, sono stati pensieri molti cattivi ma è  quello che succede quando perfino in un centro sportivo di periferia si respira nell'aria violenza gratuita allo stato puro. È qualcosa di sporco che ti entra dentro inquinandoti l'anima anche se stai zitto e buono in un angolo, cercando di restare indifferente a certi comportamenti estremi. (continua)

martedì 15 ottobre 2013

Granitiche certezze

Ciao, mi chiamo Greg e sono il padre di un bambino che gioca a calcio. La stagione è iniziata e già non mi sento bene. La Soccer Kids ha deciso di investire di più nel settore giovanile ma anche di rendere più rigidi i criteri di selezione dei piccoli atleti. Tutto questo dovrebbe servire a formare progressivamente delle squadre più competitive. Il discorso fila ed è in parte condivisibile. Resta il problema di fondo dei genitori, della ricerca di un metodo efficace per tenere a bada l’esaltazione eccessiva di uomini maturi che vedono nel proprio pargolo un futuro campione del calcio italiano. Non hanno dubbi, solo granitiche certezze. Non oso pensare come reagiranno quando questi sogni crolleranno come castelli di sabbia, come spesso accade nella realtà. Il problema è che a volte con le loro esternazioni (ai confini della realtà) diventano pesanti, come un polpettone della domenica che non si riesce a digerire. (continua)

venerdì 11 ottobre 2013

Se non uccide fortifica

Come spesso accade siamo passati dall'estate direttamente all'inverno. Il tempo è molto instabile, così come la salute dei nostri bambini che corrono dietro al pallone nel campetto di allenamento. Le società sportive devono arrangiarsi con quello che hanno. Non possono fare miracoli. Spesso non dispongono di adeguate strutture coperte, dove far giocare i bambini in caso di maltempo o temperature rigide. La Soccer Kids, per esempio, non ha neanche un campo coperto. I piccoli atleti giocano sempre all'aperto secondo la filosofia che quello che non uccide fortifica. Adesso sono stanco, il raffreddore non mi dà tregua. Sono sempre un papà nel pallone. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta. 

martedì 8 ottobre 2013

Nessuno può fermare la Soccer Kids

Luca è a letto con la febbre alta da qualche giorno. Aver giocato sotto la pioggia intensa per ore ha decimato più della metà della sua squadra. Filippo, l’allenatore argentino, si augura che possano riprendersi in tempo per le nuove partite del week end ma la vedo dura. Capisco la carica e la passione ma spesso si dimentica che si tratta di bambini di circa otto anni che frequentano la scuola e che se si lasciano giocare sotto il diluvio è facile che poi prendano un accidenti. Tanto i nani in scarpette pur di giocare a calcio non si tirerebbero mai indietro, neanche se il campo fosse pieno di mine antiuomo, mostri alieni o coccodrilli affamati. Se a questo si aggiunge che molti genitori non fanno prevalere il buon senso è la fine. (continua) 

venerdì 4 ottobre 2013

Il diluvio universale

Ciao, mi chiamo Greg e sono il padre di un bambino che gioca a calcio. Sto ancora tentando di asciugarmi le ossa. Non è facile. Mi sono preso tanta di quell'acqua che soffrirò di reumatismi anche nell’aldilà. I pulcini della Soccer Kids hanno praticamente disputato un torneo sotto il diluvio universale. La cosa divertente, caro gruppo di terapia, è che io sono stato fortunato. Gli ombrelli non sono serviti a molto ma poi noi genitori abbiamo trovato riparo sotto la micro tettoia del bar del centro sportivo sprovvisto di gradinata coperta. Decine di adulti vicini, vicini, stretti come sardine. I nostri piccoli invece hanno continuato a giocare sotto l’acqua in mezzo al fango. Una scena apocalittica. A un certo punto il campo si è così allagato che sarebbe stato possibile passare dal calcio alla pallanuoto e nessuno ci avrebbe fatto caso. La società organizzatrice non ha sospeso il torneo per una semplice questione economica. Questo evento tra iscrizioni, pranzi, consumazioni al bar e varie permette introiti per migliaia di euro che in tempi di crisi è meglio non perdere. E un rinvio non sarebbe stato possibile. (continua)