Se al rientro delle ferie, che oramai sono un lontano ricordo, i commenti dei papà riguardano le presunte eccezionali doti fisiche e calcistiche dei propri pargoli, la musica cambia passando in rassegna le mamme. Cari amici di terapia mi ha colpito in particolare una che ha iniziato a raccontare, senza che nessuno glielo avesse chiesto, le grandi imprese del figlio durante l’estate. Ha parlato per circa 15 minuti senza interruzioni descrivendo il figlio come una sorta di superman: un ragazzo che ogni giorno di vacanza si è allenato duramente con la palla, si è divertito mostrandosi un abilissimo nuotatore (roba da fare impallidire i campioni della nazionale), nonché un carismatico leader di gruppo che ha fatto perdere la testa a tante ragazzine in spiaggia e, infine, si è rilevato anche uno studente modello. In una settimana ha esaurito tutti i compiti per le vacanze ed ha poi chiesto dei libri extra per tenere allenata la mente. Praticamente, un figlio modello da clonare in milioni di esemplari per rilanciare la nazione, creare la classe dirigente del futuro e cancellare per sempre la parola crisi dal vocabolario. (continua)
lunedì 14 settembre 2015
lunedì 7 settembre 2015
Come al mercato del bestiame
Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Esaurito il conto alla rovescia è iniziata (puntuale come un orologio svizzero) la stagione calcistica 2015 - 2016. Salto di categoria per i ragazzi della Soccer Kids, che passano da Pulcini a Esordienti, giocheranno in nove in campo più grande. Sono cresciuti fisicamente e sembrano gli unici a essere in ogni senso con i piedi per terra.
Per il resto, come sempre, i genitori sono già su un altro pianeta e riescono a trasformare anche il rientro in campo per gli allenamenti in un grande e grottesco circo della vita. Tutti abbronzatissimi si scambiano baci, sorrisi e pacche sulle spalle come fratelli ritrovati.
Ma la carrambata dura soltanto qualche minuto e poi subito a guardare i ragazzi che si allenano per scoprire chi è diventato più alto degli altri, chi ha messo qualche chilo o al contrario chi si è asciugato come una acciuga, il taglio di capelli, le scarpe nuove, il portamento e tanto altro ancora. Sembra di essere al mercato del bestiame, ci manca solo qualcuno che come che come per i cavalli apra la bocca del piccolo giocatore per controllarne la dentatura.
Poi c’è il papà talebano, quello che: “Mio figlio durante le vacanze non si è staccato un attimo dal pallone. Si è allenato tre ore al giorno e ha disputato un sacco di partire in spiaggia e nel campo del villaggio turistico. Una macchina da guerra. In questa stagione non lo fermerà nessuno”. Che Dio abbia pietà di lui.(continua)
venerdì 21 agosto 2015
Papà che parlano da soli
Insomma, un vero “papà nel pallone” in astinenza durante le ferie si fa riconoscere e compatire ovunque. La crisi si calma solo quando, magari nel max schermo del bar del villaggio turistico, iniziano a mandare in onda le partite amichevoli di preparazione delle squadre di Serie A. Un palliativo che lo placa per qualche ora, anche se ogni tanto cercando di coinvolgere il figlio gli urla: “Vieni, guarda e impara le tecniche di gioco. Da settembre sarai un esordiente. Giocherete in nove in campo più grande. La prossima stagione sarà decisiva. Dovrai fare la differenza, altrimenti sarai fuori. Hai capito?”. Solo a questo punto capisce che sta parlando da solo. Il figlio si è già spostato in piscina con gli amici. Si tuffa e ride di gusto. Giustamente si gode l’estate. Mentre il padre a occhi aperti continua a sognare di avere allevato un campione. Va bene così cari amici di terapia. Alla prossima seduta.
martedì 11 agosto 2015
Guardate che bravo mio figlio
Ci vuole poco a fare scattare l’astinenza: un pallone che rotola sulla sabbia, una notizia sul calciomercato della Serie A in televisione, rivedere nel telefonino una foto del proprio pargolo in azione sul campo. Gli unici che riescono a staccare veramente sono i figli che si godono la pausa con gli amici, tra piscina, escursioni e mare. Non sentono la mancanza del pallone, a parte qualche sporadica partitella. È in queste occasioni che i loro papà trovano un attimo di sollievo e si godono ogni azione come se fosse la finale del campionato del mondo. Non ha importanza se i figli stanno giocando in spiaggia, in un cortile o in un qualsiasi campo di patate di un qualsiasi villaggio turistico. Allora ecco che i neuroni si spengono e risale la bestia e iniziano commenti ad alta voce non richiesti: “Guarda che bravo mio figlio, si vede che ha il calcio nel sangue. Gli altri sono dei brocchi” o “Forza dai, saltali tutti e segna, fai vedere chi sei, un calciatore della Soccer Kids” oppure “Passategli la palla che mio figlio vi fa vedere come si gioca a pallone” e altre amenità del genere. I genitori normali iniziano a guardare questi esaltati, spesso in costume e ciabatte e la panza bene in evidenza, come se fossero dei pericolosi malati di mente. Qualcuno, infatti, impaurito richiama il proprio pargolo sussurrando: “Vieni andiamo via. Smetti di giocare con la palla. Non vedi che c’è gente strana in giro?”. (continua)
martedì 4 agosto 2015
Papà in astinenza estiva
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Trainspotting Movie |
Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Per i “papà nel pallone” i due mesi della pausa estiva dovrebbero servire per disintossicarsi da una stagione calcistica trascorsa a seguire ovunque la squadra tra campionati e tornei. Invero, le prime settimane riescono a resistere. Tutto è chiuso. I figli sono stati confermati per la stagione successiva, sono state fatte le iscrizioni ed è stato versato in largo anticipo il conquibus. Non resta che godersi le vacanze.
Il problema è che, come succede ai drogati, prima o poi scattano gli effetti deleteri dell’astinenza, anche nei papà più resistenti. Le ragioni sono facili da intuire. Ogni settimana e per dieci lunghi mesi, da settembre a giugno, hanno trascorso giornate intere dietro gli aspiranti calciatori professionisti, tra allenamenti e partite. Ogni giorno si sono scambiati decine e decine di messaggi con lo smartphone. Poi dall'inizio di luglio, il nulla assoluto. Poveretti si ritrovano soli e spaesati investiti dalla vita normale. Qualcuno ogni tanto manda la foto del proprio pargolo da una località turistica di mare o di montagna o qualche battuta per tentare di innescare una pioggia di messaggini ma non sempre funziona e comunque il botta e risposta si esaurisce in poco tempo. (continua)
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