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martedì 4 agosto 2015

Papà in astinenza estiva

Trainspotting Movie
Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Per i “papà nel pallone” i due mesi della pausa estiva dovrebbero servire per disintossicarsi da una stagione calcistica trascorsa a seguire ovunque la squadra tra campionati e tornei. Invero, le prime settimane riescono a resistere. Tutto è chiuso. I figli sono stati confermati per la stagione successiva, sono state fatte le iscrizioni ed è stato versato in largo anticipo il conquibus. Non resta che godersi le vacanze. 

Il problema è che, come succede ai drogati, prima o poi scattano gli effetti deleteri dell’astinenza, anche nei papà più resistenti. Le ragioni sono facili da intuire. Ogni settimana e per dieci lunghi mesi, da settembre a giugno, hanno trascorso giornate intere dietro gli aspiranti calciatori professionisti, tra allenamenti e partite. Ogni giorno si sono scambiati decine e decine di messaggi con lo smartphone. Poi dall'inizio di luglio, il nulla assoluto. Poveretti si ritrovano soli e spaesati investiti dalla vita normale. Qualcuno ogni tanto manda la foto del proprio pargolo da una località turistica di mare o di montagna o qualche battuta per tentare di innescare una pioggia di messaggini ma non sempre funziona e comunque il botta e risposta si esaurisce in poco tempo. (continua)

martedì 9 luglio 2013

Non fermarsi mai

Ci sono quelli che dieci mesi di dosi massicce di calcio non bastano. In questo periodo il figlio si è allenato due volte a settimana indipendentemente dalle condizioni atmosferiche (e spesso anche di salute) e ha giocato oltre 50 partite girando come una trottola nei campi di tutta la provincia. Il loro ragionamento: siccome “mio figlio” è un potenziale campione è giusto che trascorra qualche settimana estiva in uno dei tanti costosi campi organizzati dalle società calcistiche, da quelle più blasonate a quelle che utilizzano le strutture fatiscenti degli oratori. I prezzi a settimana variano da 100 euro a circa 800 euro a iscritto. Una giornata tipo (dalle 8.30 alle 17.30 circa) prevede allenamenti, nozioni teoriche di calcio, momenti di socializzazione, pasti e merende, piscina (dove disponibile) e in alcuni casi perfino ore dedicate allo studio (compiti delle vacanze). Sarebbe meglio staccare e dare “ossigeno” ai bambini (e ai genitori) o al massimo (se è il bimbo a chiederlo) fargli fare una sola settimana di campo (possibilmente evitando di spendere cifre astronomiche). Credo che una pausa assoluta sia la scelta migliore, ma le sensibilità sono diverse. Adesso sono stanco. Sono un papà nel pallone. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.