mercoledì 30 gennaio 2019

Il pallone gira, come la fortuna

Una cosa è certa: prima o poi si uscirà dal tunnel del calcio giovanile, salvo che il pargolo vinca la lotteria, ossia per una serie di congiunture astrali, talento e un pizzico abbondante di fortuna finisca in quel numero molto misero di giocatori che entrano nel mondo del professionismo. Non è facile, anzi è impossibile e ogni tanto qualche esperto sposta l’asticella più in alto. Adesso si afferma che ci riesce un ragazzo ogni 15 mila. 
Se magari le società sportive professionistiche investissero seriamente sui propri vivai, come più volte auspicato negli ultimi anni anche ai piani alti della Figc, qualcosa cambierebbe di sicuro in positivo e l’asticella inizierebbe ad abbassarsi. 
In questi anni ho visto tanti ragazzi pescati dalle dilettantistiche e inseriti, dall'oggi al domani, in società importanti, come Atalanta e Milan. Riuscire ad arrivarci, possibilmente solo con le proprie gambe, è già un grande risultato perché consente di maturare comunque una esperienza di alto livello. Il problema vero è restarci in questo mondo e andare avanti. 
Al momento buona parte dei ragazzi che hanno approdato alle professionistiche, chi prima chi dopo, non sono stati più confermati e sono dovuti tornare indietro. Alcuni hanno preferito smettere e dedicarsi ad altro. 
Poi ci sono quelli che non avevano più voglia, che dopo anni di sacrifici a correre dietro la palla, volevano appendere le scarpe al chiodo. Invece, improvvisamente, appuntato per una serie di fortunate coincidenze, sono finiti in una professionistica e ci sono rimasti. Il pallone gira, come la fortuna. (continua)

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