domenica 3 febbraio 2013

Calcio, business e cantera nostrana


Esistono anche dei professionisti che si occupano di scouting per una o più società di calcio. Seguono ogni anno centinaia di partite e tornei, battendo il territorio palmo a palmo, per scovare dei potenziali talenti. Alcuni sono seri, altri meno. A mio figlio è accaduto diverse volte di essere finito nel loro mirino. Sono ancora convinto di avere un marmocchio che prende a calci una palla nel tempo libero e poi ci sono personaggi sconosciuti che mi chiamano a casa per chiedermi se sono interessato a fare provare Luca in una delle loro società (più o meno blasonate). All'inizio, in caso di impressioni positive, portavo il bambino senza impegno a questi allenamenti extra ma poi mi sono reso conto che queste cose non servono a una mazza. Ci sono tanti bambini bravi con buone potenzialità. Sono, però troppo piccoli e dovranno calpestare ancora tanta erba, sempre se continueranno a giocare a pallone. E poi spesso le doti non bastano, a parte il caso di chi sin dalla tenera età si manifesta come un fenomeno extraterrestre. Ho poi visto che, per inspiegabili misteri italici, piccoli giocatori non dotati finiscono a giocare (quando vogliono loro) perfino nelle giovanili di società professionistiche. Tradotto: anche per dei marmocchi qualcuno ricorre alla raccomandazione, all'amico dell’amico o comunque sfrutta la sua posizione lavorativa di prestigio. Non ha importanza se il figlio è poco brillante, poi tanto una società attrezzata riesce a modellarlo a dovere (salvo che sia un brocco irrecuperabile). Vi rendete conto? Queste situazioni sono diventate la normalità. Non accadano a giocatori adolescenti, bensì riguardano già marmocchi di sei anni. E tutto questo, tossico passivo o attivo del pallone, mi preoccupa. Non sarebbe una brutta cosa se questa attenzione sui bambini fosse finalizzata a copiare la cantera blaugrana del Barcellona, una vera fucina di talenti in erba. In Italia, le scuole calcio sono soprattutto business. Le società preferiscono importare dall'estero i potenziali giovani campioni, anche se adesso dovranno fare i conti con la crisi economica che non risparmia nessuno. Sono un papà nel pallone. Continuerò a raccontarvi questa storia alla prossima seduta. 

Nessun commento:

Posta un commento