giovedì 10 gennaio 2019

E metà della stagione è andata

La prima parte della stagione calcistica è terminata. Si possono raccontare delle belle storie, altre davvero molto brutte. In ogni società le squadre scuotono le spalle e vanno avanti. Occorre fare passare l’inverno
Ogni ragazzo, ogni genitore, ogni responsabile del settore giovanile sta facendo un primo bilancio. Qualcuno è soddisfatto, altri completamente insoddisfatti. È il solito cinema. 
La situazione, però, oramai dovrebbe essere chiara per tutti. Non ci sono più dubbi. Adesso ognuno nelle diverse società affronterà i prossimi mesi con la piena consapevolezza delle cose che funzionano e di quelle che non funzionano affatto. 
E si incrociano le dita, affidando le speranze agli adulti responsabili e perbene dentro e fuori dal campo. Alla prossima seduta.

martedì 1 gennaio 2019

Bastonate, carotine e pericolose fregature

Il male nello spogliatoio 
Ci sono educatori, formatori professionisti e appassionati di calcio sano che stanno lavorando per costituire delle commissioni di controllo allo scopo di arginare i danni, spesso gravi e irreversibili, che gli adulti compiono dentro e fuori il campo a scapito dei giovani aspiranti calciatori. 
Il lato oscuro del pallone non smette mai di stupire. Quando si pensa di aver raggiunto un livello minimo accettabile in termini di qualità, ecco che accade qualcosa di stravolgente. 
Ci sono adulti che, probabilmente ispirandosi ai peggiori film americani, si atteggiano a sergenti di ferro, nonché ad esperti di psicologia, per mettere in riga i ragazzi, fare squadra, ottenere i migliori risultati possibili. 
Spesso, nonostante le buone intenzioni, quando queste ci sono, si rendono protagonisti di una serie di gag ai limiti del grottesco e del cafonesco, in cui si alternano senza criterio bastone e carota, a volte ricorrendo al più becero turpiloquio anche a sfondo sessuale che se reso pubblico farebbe scattare severi provvedimenti da parte delle autorità competenti (e non solo in ambito Figc). I ragazzotti delle giovanili sono sempre minorenni che stanno attraversando la delicata fase dell’adolescenza. (continua)

mercoledì 12 dicembre 2018

Adulti incompetenti, presuntuosi e insoddisfatti

Ciao, mia chiamo Greg e sono il padre di Luca, un ragazzo di 14 anni che gioca a calcio. Il tempo scorre veloce e questi ragazzoni che spesso superano i 180 centimetri di altezza tardano a maturare. Sono in quel limbo bastardo in cui non sono né carne, né pesce. 
È una fase molto delicata. Eppure, i genitori, facendosi ingannare dalla stazza e dalle false sicurezze ostentate dai pargoli, non li seguono più come quando erano bambini e alti un metro e basta. Un grosso errore considerando che proprio perché si tratta di una fase di crescita molto delicata, possono verificarsi i peggiori danni a livello psicologico per colpa di adulti incompetenti, presuntuosi e insoddisfatti. 
Brutte storie che si verificano in particolare in quelle realtà di provincia, dove mancano i controlli e ognuno fa un po’ quello che gli pare. Ragazzi in piena tempesta ormonale, più confusi che persuasi, lasciati nelle mani di incompetenti che, me li immagino così, preparano programmi, allenamenti e strategie societarie in cinque minuti seduti sulla tazza del cesso o affondati tra i tavoli di qualche bar mentre ingurgitano un panino ipercalorico che cola di salse colorate. (continua)

giovedì 29 novembre 2018

Ai giovani servono adulti responsabili

Ogni giorno da qualche parte in Italia, dai mega centri urbani alle più isolate periferie, un padre o una madre consegna il proprio figlio agli allenatori con la massima fiducia perché provvedano a formarli attraverso la pratica sportiva. 
Lo sport è sano per principio, ma anche in questo modo si possono nascondere delle insidie. Ci possono essere degli adulti con problemi (violenti, deviati, complessati) che vengono a contatto con i ragazzini. Può accadere. Non è il caso di fare allarmismi ma bisogna sempre vigilare, un compito questo che spetta in primis alla dirigenza di ogni società sportiva. 
È nell'interesse della direzione che l’ambiente sia sano, basta qualche episodio di una pecora nera per fare scappare gli iscritti e chiudere i battenti. C’è il caso, per esempio, del mister frustrato con delirio di onnipotenza che sfoga sui ragazzi in modo negativo i suoi insuccessi o comunque il suo malessere quotidiano. 
C’è quello “psicopatico” che a primo impatto potrebbe addirittura apparire piacevole, tosto, carismatico e che invece come un gas inodore inquina lo spogliatoio con comportamenti e linguaggi scorretti che non dovrebbero mai usarsi davanti a minorenni. E poi ovviamente ci sono i casi più gravi di vere e proprie molestie e abusi. 
Il mister è un punto di riferimento importante, spesso una figura sostitutiva di quella paterna. Ha anche un grande potere: per esempio decide chi gioca e chi siede in panchina anche per più partite, chi gioca l’intero incontro e chi solo pochi minuti. 
Anche nelle situazioni normalissime, quando gli allenatori giustificano una non convocazione o emarginano un ragazzo in panchina, spesso scelgono per simpatia o per ottenere altro (in positivo o in negativo). 
Insomma, a dispetto di quello che dicono, spesso le scelte non sono dettate da motivazioni tecniche, impegno durante gli allenamenti, frequenza settimanale. 
Negli ultimi anni, grazie alle denunce dei genitori, si sono moltiplicati gli episodi di abusi o addirittura di molestie sessuali nello sport ai danni di minorenni. Ancora oggi l’ambiente sportivo è uno degli ambiti meno vigilati e questo non è più tollerabile. Alla prossima seduta.

giovedì 15 novembre 2018

Regola numero 1: ambiente sano per tutti

C’è del marcio nel calcio? Sicuramente sì, come accade in ogni contesto di aggregazione sociale, politica o economica. È l’eterna lotta tra il bene e il male e ogni tanto una forza riesce a prevalere sull'altra. 
Il mondo dello sport è per antonomasia il luogo sano, dove lasciare con serenità i propri figli. Il luogo in cui i figli vengono educati secondo sani principi, imparano a fare gruppo e soprattutto a confrontarsi con sé stessi. Insomma, il luogo ideale per una crescita armoniosa. 
C’è un esercito di volontari che ogni giorno fa la sua parte e in modo sano a vantaggio dei ragazzi. E poi ci sono le pecore nere? Quello che non dovrebbero avere nessun contatto con i giovani. Alcune di queste pecore brune fanno danni perché sceme e incompetenti, altre perché pericolose e da più punti di vista. 
Ecco perché prima di ogni cosa, prima della tipologia di allenamento, delle convocazioni alla partita del campionato, del calcolo del minutaggio giocato in campo, si dovrebbe fare una sola domanda: mio figlio sta frequentando un ambiente sano circondato da adulti seri e responsabili? (continua)