Basta poco per trasformare un torneo di calcio in un girone dell’inferno. Creature dai volti deformi che urlano e litigano. Marmocchi in campo che bruciati dal sole corrono dietro a un pallone e a ogni goal mimano i gesti dei più famosi giocatori della Seria A. Allenatori super agitati e altri in stato di catalessi. Code infinite al bar e al chiosco dei panini. Pargoletti che piangono disperati perché inchiodati nei passeggini, altri più grandi che corrono a destra e a manca facendo disperare le giovani mamme. In mezzo a questo caos si svolgono, una dopo l’altra, dalla mattina presto al tardo pomeriggio, le partite del torneo (continua).
martedì 21 maggio 2013
mercoledì 15 maggio 2013
Le utilità dei tornei
Ciao, mi chiamo Greg e sono il padre di un bambino che gioca a calcio. Sono iniziati i tornei primaverili per i Piccoli Amici della Soccer Kids. Maratone di calcio che spesso impegnano figli, genitori e staff della società per intere giornate. È in queste occasioni che si socializza di più e che si manifesta il meglio e il peggio del calcio (seppur giovanile). I tornei fondamentalmente servono per due cose: alla società che organizza l’evento per far cassa; agli osservatori per individuare i piccoli giocatori più dotati e cercare di rubarseli a vicenda. Un torneo è un groviglio di urla, puzza di salamelle e fiumi di birra e vino. La domanda sorge spontanea: non sarebbe meglio vietare l’uso di alcolici in eventi calcistici che coinvolgono bambini e decine di famiglie? (continua)
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lunedì 13 maggio 2013
La mamma che non dorme
La scorsa settimana la squadra di Luca ha disputato una partita. È finita con un pareggio (2 a 2) interrompendo così una lunga serie di vittorie. Dopo qualche giorno una delle mamme si è avvicinata e facendo una faccia truce mi ha confidato: “Non sono stata bene. Il pareggio della squadra non mi ha fatto dormire per due notti di seguito. Pensa come starei in caso di una sconfitta”. L’ho guardata con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, come se avessi davanti una creatura mostruosa di un altro pianeta. Le ho solo risposto di riprendersi e di non preoccuparsi. Avrei voluto aggiungere di farsi controllare con urgenza il cervello da uno specialista ma sarei stato un tantino eccessivo. Meglio evitare e andare avanti. Tutto questo è sconvolgente ma Luca si diverte, corre dietro al pallone ed è il bambino più felice del mondo. Ed io non posso farci nulla. Alla fine per resistere mi sono affidato a voi, a questa terapia di gruppo. Sono un papà nel pallone. Continuerò a raccontarvi queste storie alla prossima seduta.
mercoledì 8 maggio 2013
Quando non basta vincere
Tutti felici e soddisfatti per la vittoria del torneo, poi si avvicina un tipo dell’organizzazione e dice: “La vostra squadra è la prima classificata ma sono rimasto molto deluso dalla prestazione dei ragazzi. Dovevano segnare di più, stracciare completamente gli avversari”. In un primo momento ho pensato che scherzasse, poi che avesse fatto un uso smodato di stupefacenti e alla fine che fosse semplicemente un deficiente. La Soccer Kids di Luca ha disputato e vinto cinque partite: la prima, la seconda e la quinta vinte 3 a 0, mentre la terza 11 a 0 e la quarta 8 a 2. A parte che per vincere una partita basta una sola rete di differenza, non riesco a spiegarmi il commento idiota. Perché avrebbero dovuto segnare più goal? Oramai dovrei averci fatto il callo ma non sono di gomma. Ancora oggi certi modi di vedere i marmocchi sul campo mi fanno smuovere lo stomaco, soprattutto quando partono da adulti che dovrebbero essere più responsabili. (continua)
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lunedì 6 maggio 2013
Il post torneo
Ciao, mi chiamo Greg e sono il padre di un bambino che gioca a calcio. In questi giorni ho avuto un leggero sbandamento. Mi sono chiesto per quale ragione continuare a farsi del male seguendo il pupo nel fantastico mondo del pallone. Non riesco più a sopportarne le mille sfumature negative e le situazioni grottesche. Lo scorso week end la squadra di Luca ha vinto un torneo importante, classificandosi al primo posto. Dopo la premiazione, le foto, il giro del campo dei bambini con la coppa, noi genitori ci siamo ritrovati nel bar della struttura sportiva per bere qualcosa e commentare l’esito degli incontri. (continua)
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