Una partita si può vincere anche giocando male e l’ultima prestazione della Soccer Kids non è stata eccezionale. Apriti cielo! Non avete idea di che cosa abbia scatenato questa situazione subito dopo la partita incriminata. Molti dei genitori sono entrati subito nel panico, qualche mamma con gli occhi lucidi e la voce strozzata ha detto: “Perché? Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? Se continuano così rischiano di essere raggiunti o superati e perdere il primo posto in classifica”. Altri, tra il serio e il faceto: “Per punizione stasera li manderemo a letto senza cena e gli toglieremo la playstation per una settimana. Cazzo!”. Per fortuna io e altri genitori abbiamo tentato di riportare le cose alla normalità, spiegando che se da un lato è vero che la squadra non ha giocato bene, dall'altro ha vinto lo stesso la partita. Non si tratta della Champions League. Sono soltanto dei nani con le scarpette che stanno imparando a giocare a pallone. Gli alti e i bassi sono normali, succede anche alle più blasonate squadre professionistiche. A me però è scappato qualche commento di troppo perché mi hanno tutti fulminato con lo sguardo quando mi sono permesso di dire: “Non farebbe male ai nostri ragazzi perdere qualche partita. Servirebbe a temprare meglio il loro carattere. Vincere sempre non è positivo. Bisogna anche perdere per imparare ad accettare la sconfitta e ripartire con più carica”. Non è piaciuto proprio questo mio discorso perché, giriamola come vogliamo, per la maggioranza dei genitori anche nel calcio giovanile l’unica cosa che conta è vincere. Non esiste l’opzione sconfitta. E per alcuni genitori ottenere un pareggio è già un evento funesto che provoca una forte depressione per una settimana. (continua)
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