Ciao, mi chiamo Greg e sono il padre di Luca, un ragazzo di 14 anni che gioca a calcio. È incredibile quanto il comportamento di un mister possa influire sull'andamento generale della squadra. Accade nel professionismo con giocatori adulti, grandi e grossi, figuriamoci con dei ragazzini.
Nel bene o nel male, molto dipende dalle scelte del tecnico, dalle sue capacità di comunicare e di saper tirare fuori il meglio da ogni elemento della squadra. La regola dovrebbe essere: la squadra prima di tutto.
Il mister dovrebbe sempre anteporre il bene della squadra a se stesso, ai propri interessi, alla carriera personale. Anche perché chi lavora bene alla fine è premiato. Ci sono dei tecnici che riescono a trasmettere positivamente la loro passione, altri che fanno danni irreparabili che nei casi più gravi fanno perdere autostima e voglia di giocare a qualche ragazzo, fino all'abbandono dell’attività calcistica.
Poveri ragazzi. Vogliono solo giocare a pallone, imparare, crescere e invece si ritrovano spesso sopraffatti da adulti frustrati e pazzoidi che rendono tutto assai pesante portando la pressione alle stelle e non insegnando nulla.
Ci sono genitori invadenti, politiche societarie deficitarie, nani e ballerini che fanno leva sulle aspettative smisurate di avere un grande campione in famiglia per guadagnarci.
La cosa peggiore resta un mister incapace di comunicare nel mondo corretto e di formare. È quello che accade anche nelle scuole o nelle università.
Magari si tratta di figure molto preparate ma incapaci di insegnare o di allenare. Questo è un mondo difficile. (continua)