Per saperne di più sul pallone ho fatto la cosa per me più facile, ossia andare dal librario di fiducia e farmi consigliare con suo immenso stupore dei libri sul calcio riguardanti il settore giovanile, le strategie di gioco, la storia. Inizio a leggere ma poi scopro che non basta. Per poter conversare con gli altri genitori della squadra di tuo figlio, in larga maggioranza dei fanatici del pallone, devi conoscere anche le notizie in tempo reale. Qualcuno ha scaricato nel proprio nel proprio smartphone delle applicazioni incredibili per seguire secondo dopo secondo tutto quello che succede nel mondo del calcio italiano, europeo e internazionale. Tutto a portato di mano 24 ore su 24. (continua)
giovedì 30 gennaio 2014
lunedì 27 gennaio 2014
Tutto il calcio minuto per minuto
Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un
bambino che gioca a calcio. Una volta entrato nel tunnel del pallone ho
iniziato a fare cose che mai avrei pensato di fare. Se prima che il pargolo
decidesse di praticare questo sport mi limitavo a vedere qualche partita della
nazionale italiana o qualche finale importante, adesso le cose sono cambiate e
in modo radicale. È vero che spesso le conversazioni tra creature
pluricellulari di sesso maschile riguardano donne e pallone. Tralasciando il
primo argomento, è evidente che se tuo figlio gioca a calcio ti ritrovi a
parlare per ore con altri genitori di pallone, squadre, tattiche, campionato,
mercato. Non puoi farti sorprendere impreparato, fare la figura dell’intellettuale
che non capisce una mazza di calcio. Non resta che correre ai ripari,
informarsi, in poche parole essere sul pezzo. (Continua)
mercoledì 22 gennaio 2014
Il papà Avatar del figlio
L’ingegnere che calcia è comunque diventato un mito. Lo conoscono tutti. Sembra l’avatar del figlio che gioca in campo. Mima in tempo reale tutti i movimenti del corpo, delle gambe e della testa. Uno spettacolo. È una cosa che non riesce a controllare, soprattutto quando le partite sono particolarmente competitive. Si agita e scalcia continuamente. Quando si rende conto che sta esagerando si ferma, si ricompone e non si muove più di un millimetro. Ma l’apparente tranquillità dura appena il tempo di vedere il pallone finire tra i piedi del figlio. Non ci sono santi. Anche le sue gambe iniziano a muoversi per magia accarezzando un pallone immaginario. Noi, però, all’ingegnere vogliamo bene e qualche volta per divertirci lo facciamo sedere negli spalti vicino ai genitori della squadra avversaria, per vedere l’effetto che fa. Sono assicurati calcioni per tutti. Adesso devo andare. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.
domenica 19 gennaio 2014
Come evitare il dolore
Il papà di Michele si è subito scusato. Non era sua intenzione colpirmi. Ma dopo qualche minuto Michele, dopo aver ricevuto un passaggio filtrante dal mio Luca, ha iniziato a correre lungo la fascia sinistra fino ad arrivare in fondo e crossare verso il secondo palo. Un tiro fantastico che è finito sulla testa di un compagno di squadra che ha fatto gonfiare la rete. Anche questa volta l’ingegnere sugli spalti ha seguito l’azione per poi scalciare come un cavallo pazzo. Mi ha colpito di nuovo e sempre nella zona alta della coscia. Una botta tremenda che mi fatto zoppicare per un po’. Da quel momento con gli altri genitori della squadra abbiamo condiviso una decisione drastica per evitare altri dolorosi incidenti. L’ingegnere che calcia è mortificato ma ha accettato il nostro suggerimento di non stare troppo vicino ad altre persone durante le partite. E quando non trova abbastanza spazio negli spalti per ritagliarsi un'adeguata area di protezione deve scendere giù, da qualche parte vicino la rete del campo. In questo modo è libero di esaltarsi e di scalciare a destra e a manca senza fare male a nessuno. (continua)
giovedì 16 gennaio 2014
Il papà che calciava negli spalti
Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Da qualche giorno ho due fastidiosi lividi nella zona alta della coscia destra. Non ho sbattuto contro qualche spigolo. Non sono scivolato rovinosamente a terra. Non ho giocato neanche a pallone, mi basta seguire e vedere correre in campo mio figlio Luca con la maglia della Soccer Kids. Eppure i lividi sono stati provocati dal padre di un compagno di squadra di Luca, un distinto ingegnere che durante le partite si lascia prendere dall’entusiasmo e non ha più il controllo degli arti inferiori. Segue centimetro dopo centimetro l’azione e quando suo figlio ha il pallone tra i piedi inizia a calciare anche lui come se fosse in campo. Il risultato è che le persone che gli siedono sotto negli spalti si beccano qualche calcione dritto sulla schiena o nella coscia come è accaduto a me durante l’ultima partita. Il primo mi è arrivato quando suo figlio Michele, dopo aver dribblato la difesa, ha liberato un potente calcio di destro mettendo la palla all’incrocio dei pali. L’ingegnere si è così immedesimato nella partita che ha tirato un potente calcione per poi urlare come un indemoniato. Anche io ho iniziato a gridare ma per il dolore. (continua)
lunedì 13 gennaio 2014
Le conseguenze del buonsenso
Il mister della Soccer Kids si è avvicinato alla rete e rivolgendosi ai due papà esagitati della squadra avversaria ha detto: “La smettiamo! Che modi sono di comportarsi? Non vi vergognate? Adesso riprendiamo la partita ma se continuate ritiro la squadra dal campo e andiamo tutti a casa”.
A parte qualche mormorio di sottofondo la partita è poi ripresa ma l’apparente quiete è durata solo qualche minuto. Quando il numero 6 della Team Vita ha di nuovo sbagliato un passaggio innescando un contropiede che ha portato la Soccer Kids a segnare il quarto goal, i due genitori hanno ripreso a inveire pesantemente uno contro l’altro.
Il mister della Soccer Kids allora è stato di parola. Ha bloccato di nuovo la partita e ha fatto uscire la squadra come segno di protesta contro l’assurdo comportamento di certi genitori che rovinano anche il calcio giovanile. È stato un gesto simbolico da apprezzare, peccato che dopo qualche giorno il mister e la società sono stati ripresi dagli organi ufficiali per aver abbandonato il campo di gara. Inoltre, la partita è stata assegnata a tavolino (3 a 0) alla Team Vita. Sono cose che succedono ma non nascondo che insieme ad altri papà sono molto orgoglioso del gesto di protesta del mister. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.
venerdì 10 gennaio 2014
Quando due papà si picchiano
Il Team Vita è in coda alla classifica ma in quella partita tutti i suoi giocatori hanno dato l’anima. Il colpo di coda della Soccer Kids, però, ha fatto aumentare la tensione e un ragazzino dell’altra squadra, con la maglia numero 6, ha iniziato a sbagliare finendo nel mirino di un papà di un suo compagno di squadra. L’uomo ha cominciato a urlare rabbiosamente: “Che cosa stai facendo? Le stai sbagliando tutte. Mister fallo uscire, altrimenti prendiamo altri tre goal”.
Il genitore del numero 6 non l’ha presa bene, tanto che i due adulti hanno iniziato rumorosamente a litigare negli spalti, prima offendendosi a vicenda con frasi molto volgari, poi tirandosi contro di tutto, partendo dalle bottigliette di acqua.
Solo quando sono arrivati ai cazzotti, altri genitori hanno deciso di intervenire per separarli con forza. Intanto, Filippo, il mister dall'accento argentino della Soccer Kids di fronte a quel triste spettacolo ha chiesto un’interruzione della partita. (continua)
Il genitore del numero 6 non l’ha presa bene, tanto che i due adulti hanno iniziato rumorosamente a litigare negli spalti, prima offendendosi a vicenda con frasi molto volgari, poi tirandosi contro di tutto, partendo dalle bottigliette di acqua.
Solo quando sono arrivati ai cazzotti, altri genitori hanno deciso di intervenire per separarli con forza. Intanto, Filippo, il mister dall'accento argentino della Soccer Kids di fronte a quel triste spettacolo ha chiesto un’interruzione della partita. (continua)
martedì 7 gennaio 2014
Il tempo di carburare in campo
Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. In questa seduta vi racconterò quello che è accaduto durante l’ultima partita di Luca. La sua Soccer Kids ha preso due goal di fila nel primo tempo. I bambini hanno mantenuto per tre mesi un ritmo molto alto macinando vittorie e conquistando con largo anticipo il primo posto della classifica. Sono campioncini d’inverno. Adesso, terminate le meritate vacanze con la famiglia, hanno bisogno di carburare un attimo prima di dare il massimo in campo. La maggioranza dei genitori ha compreso la situazione e alcuni nel corso della partita da dietro la rete hanno cercato di tranquillizzarli, invitandoli a fare girare la palla, a ragionare, a seguire le indicazioni del mister. È servito perché hanno iniziato a giocare meglio e soprattutto a segnare conquistando il pareggio. Le cose si sono messe male nell'ultima frazione di gioco, quando nei primi minuti la Soccer Kids è passata in vantaggio (3 a 2), mandando in escandescenza uno dei papà della squadra avversaria. (continua)
venerdì 3 gennaio 2014
L’invidia è una dimostrazione d’inferiorità
I genitori “seminatori di zizzania” hanno la faccia come quella parte del corpo dove non batte mai il sole. Seguendo da diversi anni mio figlio Luca, purtroppo ho incontrato numerosi e variopinti esemplari di questa specie. Ricordo una coppia che agiva in maniera sistematica contattando singolarmente ogni singolo genitore per sparlare qualcuno e mettere uno contro l’altro. A loro non va bene niente. Fanno a pezzi tutto criticando, in ordine: la società, il programma di allenamento, la qualità della struttura e dei servizi, cosa fanno gli altri genitori, il ruolo dei dirigenti e quello del mister, come sono messi in campo i giocatori, i minuti giocati dal figlio e dagli altri baby - calciatori, i bambini che emergono, le previsioni del tempo e perfino la possibile esistenza di Dio. Credo che a muoverli sia l’invidia e questo sentimento è una dimostrazione d’inferiorità (soprattutto intellettiva). Vogliono cadere sempre in piedi anche di fronte alle loro contraddizioni evidenti. Loro possono fare quello che vogliono e senza chiedere il permesso, a differenza degli altri. Ne ricordo uno che, nonostante l’età avanzata e una presunta maggiore sapienza, era riuscito a provocare nell'arco di poche settimane due risse tra i genitori della squadra. Tutto questo è stressante ma come vi ho già raccontato il calcio giovanile ha la bellezza di mettere insieme gente così diversa che probabilmente, fuori dal campo di gioco, insieme non prenderebbe neanche un caffè. È dura ma bisogna stringere i denti e andare avanti anche quando i seminatori di zizzania riescono ad avvelenare il clima o a ingigantire a dismisura qualche evento spiacevole. Adesso sono stanco. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.
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