Nell'ultimo allenamento è crollato Luigi, un nuovo acquisto della Soccer Kids. La società lo scorso giugno è riuscita a strapparlo ad una diretta concorrente per rinforzare il centrocampo della squadra. Un vero talento ma durante il periodo estivo gli è successo qualcosa di “estremamente naturale” che ha messo subito in crisi società e genitori. Il ragazzino in due mesi si è alzato di 10 centimetri, una crescita esponenziale che per ora gli ha fatto completamente perdere il coordinamento. Risultato? In campo si muove con estrema lentezza e si trascina barcollando a destra e a manca. Commette un errore dopo un altro. Praticamente, è un altro giocatore. Tutto questo ripeto è naturale. Il ragazzino dovrebbe avere solo il tempo utile per adattarsi alle nuove dimensioni, per sviluppare adeguatamente anche la massa muscolare e compensare il consistente allungamento dell’ossatura. I genitori dei suoi compagni di squadra invece sono già in crisi profonda perché, terminato il ciclo iniziale dei tornei e delle partite amichevoli, inizierà il campionato e temono che Luigi non riesca a stabilizzarsi in tempo. La pazienza e la ragionevolezza sono un optional. Alla prossima seduta.
martedì 30 settembre 2014
martedì 23 settembre 2014
Essere sempre al top
A un papà nel pallone l’ansia schizza in alto al minimo intoppo. Se capita che un figlio non sia in forma e giochi male, si avverte un insopportabile bruciore dentro, una sensazione spiacevole. A nessuno piace vedere il proprio discendente in difficoltà, semplicemente perché non è giornata. Le cause possono essere tante, ma nessuno ci pensa perché quello che conta anche per i bambini in scarpette di calcio è soltanto vincere. Non devono esistere giustificazioni: o giochi sempre al massimo o sei un perdente. Questa è la cultura imperante anche nel calcio giovanile. Le indicazioni delle organizzazioni calcistiche per giovani sono spesso dimenticate. Il punto è che con questo clima basta un passaggio sbagliato per scatenare l’idiozia di altri papà nel pallone che subito esclamano: “Oggi tuo figlio non c’é. Sta mettendo in difficoltà la squadra, non capisco perché il mister lo tiene ancora in campo” o ancora “A che ora lo hai mandato a letto ieri sera? Cazzo, sta dormendo in campo”. Tutte affermazioni che mortificano e fanno aumentare l’agitazione. È poi ovvio che un genitore vede soltanto gli errori dei figli altrui, perché il proprio pargolo, a suo avviso, non sbaglia mai ed è sempre al Top. (continua)
mercoledì 17 settembre 2014
Stati di agitazione dei genitori
Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. In questa seduta di terapia vorrei parlarvi degli stati di agitazione dei genitori in campo. I ragazzini giocano, si allenano, disputano tante partite ma soprattutto si divertono. Anche una sconfitta, un richiamo del mister se ben fatto viene elaborato e assimilato in fretta. Non è la stessa cosa per molti papà che, in merito alle prestazioni calcistiche dei figli, sono diventati più apprensivi delle mamme. Il pupo dovrebbe dare sempre il massimo, non deludere le loro aspettative trattandosi ovviamente di un “campioncino in erba”. La realtà è diversa. Per quanto un giocatore o un’intera squadra possano avere già buone doti tecniche e resistenza, si parla sempre di ragazzini in fase di crescita. È normale che abbiano alti e bassi, momenti di massimo rendimento e altri in cui scendono in campo e sembrano lenti e impacciati, in poche parole delle schiappe. (Continua)
domenica 14 settembre 2014
Nuovi stimoli per i ragazzi
I primi allenamenti della nuova stagione sono andati e tra le principali novità c’è anche il cambio del mister. In genere, un allenatore rimane con la stessa squadra per due anni. Poi è giusto, indipendentemente dai risultati, cambiare guida anche per dare nuovi stimoli ai ragazzi. La prima impressione dei genitori comunque è stata positiva. Adriano, il nuovo mister, sembra preparato e determinato, uno di quelli che riesce a fare salire l’adrenalina in campo ma anche a dare le giuste indicazioni. È alto un metro e novanta, grandi occhi verdi, capelli ricci e due spalle così larghe da sembrare un giocatore di rugby. Incute quasi timore e questa cosa servirà a tenere a debita distanza i genitori più ansiosi e appiccicosi. A lui spetterà il compito di fare divertire e crescere i pulcini della Soccer Kids. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta.
martedì 9 settembre 2014
Le squadre cambiano
Con l’inizio della stagione la squadra di Luca si è quasi completamente rinnovata. Ci sono tante di quelle facce nuove tra giocatori e relativi genitori che non si capisce nulla. Ci vorrà del tempo per fare conoscenza e ordine. Anche in queste occasioni viene fuori il carattere dei ragazzini, alcuni per esempio soprattutto nelle prime settimane avvertono la mancanza dei compagni di squadra che non ci sono più per diverse ragioni: principalmente perché non sono stati confermati dalla società oppure perché hanno deciso di andare a giocare altrove, magari perché prima adocchiati e poi conquistati da altre società. A volte vanno via anche per ragioni completamente diverse. È il caso di un ragazzo molto bravo, a cui Luca si era legato e che ha lasciato la Soccer Kids perché il padre è stato trasferito in Inghilterra per lavori. Tutta la famiglia inevitabilmente ha dovuto seguirlo. Altri ragazzini invece qualunque cosa succeda restano impassibili e, anche se cascasse il mondo come diceva il grande Totò, tirerebbero dritto senza tradire emozioni. Ma forse è meglio così. Se da un lato l’attaccamento a una società e lo spirito di squadra sono fondamentali per determinare una buona stagione, bisogna anche essere pronti ai cambiamenti positivi e negativi. Non sempre si resta nella stessa squadra, soprattutto nel calcio, compreso quello giovanile. (continua)
sabato 6 settembre 2014
Fischio d'inizio
Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Non ho fatto in tempo a chiudere l’ombrellone e a tornare in città che è iniziata la stagione di calcio 2014 - 2015 anche per la Soccer Kids del mio Luca. Non è stata la solita routine perché al primo allenamento più degli scorsi anni la sede della società è stata presa d’assalto da un rumoroso esercito di mamme, papà, nonni e fratelli e parenti vari fino alla settima generazione. Una folla immensa, superiore perfino a quella che si forma in occasione del primo giorno di scuola. Le aspettative dei familiari sono alte. I bambini sono diventati degli ometti, le selezioni dirette e indirette avvengono in maniera sempre più rigida. È interessante rilevare come a volte sia data più importanza al pallone rispetto alla scuola. Nel bene e nel male il calcio è molto impegnativo per figli e genitori, ma la scuola dovrebbe restare sempre la priorità. Per molti genitori (esaltati) non è così. (continua)
lunedì 1 settembre 2014
Mio figlio ha più talento di tutti
L’ultimo giorno di vacanza il campo di calcio del Villaggio è stato invaso da un genitore con un forte accento veneto che ha iniziato a inveire contro i ragazzini colpevoli di non passare la palla a suo figlio. «Che bravi che siete, tutti campioni! - ha urlato - Voi capite tutto di calcio. Vergognatevi! Dovete passare la palla a mio figlio, altrimenti non giocate più. È piccolino ma ha sicuramente più talento di voi». In realtà, suo figlio ogni volta che ha ricevuto la palla si è dimenticato della squadra correndo a testa bassa verso la porta. I ragazzi più grandi hanno cercato di tranquillizzare il genitore esagitato e alla fine la partitella è ripresa con l’impegno di passare di più la palla al figlio solista. Stessa storia, una volta ricevuta ha continuato praticamente a giocare da solo. Alla fine, sopraffatti da una noia mortale, tutti i giocatori hanno abbandonato la partita. Anche durante le vacanze non si riesce a stare lontano dal campo e da queste situazioni. Ancora qualche giorno di pseudo libertà e inizierà la stagione 2014 - 2015 della Soccer Kids di Luca. Incrociamo le dita. Sono un papà nel pallone e vi racconterò altre storie alla prossima seduta di terapia.
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