A un papà nel pallone l’ansia schizza in alto al minimo intoppo. Se capita che un figlio non sia in forma e giochi male, si avverte un insopportabile bruciore dentro, una sensazione spiacevole. A nessuno piace vedere il proprio discendente in difficoltà, semplicemente perché non è giornata. Le cause possono essere tante, ma nessuno ci pensa perché quello che conta anche per i bambini in scarpette di calcio è soltanto vincere. Non devono esistere giustificazioni: o giochi sempre al massimo o sei un perdente. Questa è la cultura imperante anche nel calcio giovanile. Le indicazioni delle organizzazioni calcistiche per giovani sono spesso dimenticate. Il punto è che con questo clima basta un passaggio sbagliato per scatenare l’idiozia di altri papà nel pallone che subito esclamano: “Oggi tuo figlio non c’é. Sta mettendo in difficoltà la squadra, non capisco perché il mister lo tiene ancora in campo” o ancora “A che ora lo hai mandato a letto ieri sera? Cazzo, sta dormendo in campo”. Tutte affermazioni che mortificano e fanno aumentare l’agitazione. È poi ovvio che un genitore vede soltanto gli errori dei figli altrui, perché il proprio pargolo, a suo avviso, non sbaglia mai ed è sempre al Top. (continua)
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