Alla fine dell’ultima partita del torneo del week end, i nostri bambini sono stati premiati e poi sono andati di corsa negli spogliatoi. Ne ho approfittato per dirigermi al bar e prendere un caffè, ma sono stato bloccato da un papà palestrato, con il corpo pieno di tatuaggi coloratissimi e piercing. Un soggetto davvero inquietante, credetemi. Mi ha guardato fisso negli occhi e poi: “Bravi! I vostri ragazzi giocano molto bene, sembrano di un altro pianeta. Un altro livello, cazzo! Li riprendente vero?”. Gli ho risposto: “In che senso li riprendiamo?”. E lui: “Io riprendo sempre mio figlio. Faccio dei video durante gli allenamenti e le partite. Poi con calma gli faccio rivedere tutto, così insieme commentiamo le cose giuste e le cose sbagliate da correggere. Questa cosa però la faccio solo io, così non funziona. Dovrebbero essere fatta per tutti in modo da correggere e fare girare bene la squadra come la vostra. Il problema è che gli altri genitori non mi danno retta. Dicono che così si perde troppo tempo e che comunque non è il caso”. L’ho guardato con un sguardo incredulo per poi rassicurarlo: “No! Non filmiamo niente. Non c’è bisogno. È tutto frutto di un buon piano di allenamenti e delle doti dei singoli ragazzini”. Lui c’è rimasto un po’ male e prima di andare via ha borbottato: “Non è possibile! Non fanno errori. Non ci credo che non fate i filmini”. Adesso sono stanco. Vi racconterò altre storie alla prossima seduta
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