venerdì 8 febbraio 2013

Il Santo, l'allenatore predicatore


È un freddo pomeriggio invernale. Il termometro del bar della scuola calcio Soccer Kids segna – 2°. Luca e gli altri bambini sono in campo. Si stanno allenando. Indossano anche felpa, scalda collo, maglia termica e scaldamuscoli. Si vedono appena solo quando passano vicino la tribuna. La nebbia avvolge tutto e come il nonno del film Amarcord di Federico Fellini rifletto e mi chiedo: “Dov'è che sono? Mi sembra di stare in nessun posto”. Oggi sono allenati da un tipo che noi genitori chiamiamo il Santo perché usa gran parte dei 90 minuti a disposizione per fare prediche. È un classico tipo da oratorio, capitato per caso e forse anche un po’ controvoglia ad allenare a turno con altri la squadra di Luca. Il pallone sembra quasi infastidirlo. Non gli interessa nulla della temperatura polare. Tiene i bambini fermi all'addiaccio per sessioni di 15 – 20 minuti in cui parla di tutto, tranne che del calcio e delle relative tecniche. È un bravo ragazzo ma un po’ pesante. Infatti, Luca e altri due bambini iniziano a spazientirsi. Loro vogliono correre dietro al pallone e magari imparare qualcosa. Io invece voglio capire che cosa sta succedendo. Mi attacco alla rete di protezione che mi separa dal campo e adesso riesco anche a distinguerli. (continua)

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