Il matematico è il mister che rapporta tutto al tempo. Spesso non ha un’idea precisa di gioco per i bimbi, degli schemi base da seguire nel corso di un allenamento. Improvvisa e va avanti come capita e quasi per inerzia. Solo quando ci sono le partite manifesta la sua vera natura, diventa più preciso di un orologio svizzero. Bravo o inadeguato, stanco o carico, con capacità motorie o completamente impacciato, per lui non fa differenza. Tutti i giocatori saranno convocati per la partita e avranno garantiti gli stessi minuti di presenza in campo, né un secondo in più, né un secondo in meno. Tutto questo sarebbe corretto, se oltre a non fare differenze sul tempo, il mister insegnasse loro anche qualcosa di concreto. Per esempio: come stare in campo, battere la palla, smarcarsi e fare due passaggi in croce. Sono cose elementari ma nella vita un piccolo amico non si può avere tutto, anche se paga e caro per imparare qualcosa sul gioco del calcio. (continua)
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