Il calcio richiede molti sacrifici. Non bisogna esagerare ma nel rispetto della squadra è importante non saltare allenamenti, per affiatarsi, imparare, correggere gli errori e crescere insieme. Tutti devono mantenere lo stesso ritmo perché altrimenti l’effetto è quello del musicista che sbaglia nota in un concerto compromettendo l'esibizione dell'intera orchestra.
Non sempre è possibile raggiungere questa armonia di gioco. E così, come spesso è accaduto in questi anni che seguo Luca, ci sono dei bambini che non hanno continuità. Spariscono per settimane, a volte per valide ragioni, altre semplicemente per noia o per evitare il freddo dell’inverno. Alla fine gli assenteisti ricompaiono (soprattutto con l’arrivo della primavera).
Il punto è che gli altri nel frattempo sono andati avanti, hanno fatto progressi. Qual è l’effetto? La squadra ne risente, è costretta a rallentare per trovare un nuovo equilibrio e di conseguenza regredisce. Magari state pensando che sono un matto a raccontarvi queste storie.
Credetemi, non è una questione di calcio. La squadra nel lavoro, nella vita, nello sport, è fatta di elementi che devono muoversi in sintonia, con un corpo e con una mente sola, contribuendo ognuno con le proprie qualità a raggiungere il medesimo obiettivo. Quando si raggiunge questo equilibrio si lavora bene e non ha importanza il risultato ottenuto in campo.
La responsabilità comunque è sempre dei genitori. I figli sono piccoli e spetta agli adulti fare in modo che rispettino gli impegni con gli altri, con la squadra. In alternativa, ci sono sempre gli sport individuali. Adesso devo andare. Continuerò a raccontarvi queste storie alla prossima seduta.
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