Una volta dopo una partita ci siamo ritrovati in pizzeria. Al nostro tavolo si sono uniti anche Yuri e suo padre Lino. I primi 30 minuti sono filati lisci come l’olio. Soliti argomenti generali: dalla crisi economica mondiale alla classifica di serie A. Poi abbiamo iniziato a parlare della Soccer Kids, degli allenamenti, delle partite e dei bambini.
Lino alla quinta birra media ad alta gradazione bevuta come se fosse acqua ha iniziato a dare cattivi segni di cedimento neurale, muovendosi a scatti e a parlare in maniera agitata. Molto agitata. “Yuri è troppo bravo ma in questa squadra non è capito. - ha tuonato - Non va bene. È tutta colpa di tuo figlio, il principino. Secondo me non vale un cazzo. Mio figlio è mille volte meglio del tuo”. Poi ha guardo con odio il mio Luca ed io ho provato un brivido di rabbia. A tavola siamo rimasti tutti interdetti.
Da una tranquilla pizzata con moglie e figli nel post partita si è trasformata in uno sfogo contro mio figlio, colpevole di avere qualche qualità. Lui ha continuato: “Tuo figlio però piace di più e mette in ombra il mio che è più bravo. Quindi o lo porti in un’altra squadra o porto via il mio. Non possono più giocare insieme”.
A questo punto del suo grande discorso ha iniziato a battere i pugni con forza sul tavolo e ad alzare la voce cercando la rissa con me. Sono dovuti intervenire il gestore, due camerieri e un nutrito gruppo di genitori per farlo uscire dal locale. Sembrava di assistere alla scena finale del film “Gli Intoccabili”, mentre in tribunale viene portato via con forza un agitatissimo Al Capone interpretato magistralmente da Robert De Niro.
Non ho più visto Lino e il suo piccolo Yuri. Mi hanno detto che continua a comportarsi molto male e a cambiare società ogni tre mesi perché nessuno capisce il grande talento calcistico del figlio. Adesso devo andare. Buona terapia a tutti. Continuerò a raccontarvi queste storie alla prossima seduta.
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