domenica 1 dicembre 2013

La festa azzurra ed i soliti idioti

Siamo entrati al Meazza e abbiamo raggiunto il nostro settore. Con le facce gongolanti ci siamo goduti per la prima volta lo spettacolo, la bolgia dei tifosi incitare la nazionale italiana. Tutto emozionante ma niente paragonato a quello che accade in occasione delle partite di Serie A, che ho imparato a conoscere nei mesi successivi. La partita contro la Danimarca è stata piacevole e per la gioia del piccolo è terminata 3 a 1 a favore degli azzurri, grazie alle reti di Montolivo, De Rossi e Balotelli. Tutto molto bello. L’unica nota stonata è stata suonata da un gruppo di tifosi che, pur essendo prossimi a un settore pieno di famiglie con bambini, per tutto il tempo della partita hanno cantato cori offensivi e volgari contro diversi giocatori della nazionale, in particolare prendendo di mira la rappresentanza bianconera. Hanno ripetuto infinite volte un ritornello che parlava di un certo Pessotto che finiva sul cruscotto. Essendo un neofita ho chiesto chi fosse questo Pessotto a mio figlio che, in questi anni di attività calcistica nella Soccer Kids è diventato un’enciclopedia vivente sul calcio. Ci ha pensato un attimo e poi mi ha riposto che è stato un giocatore che si è formato nelle giovanili del Milan per chiudere la carriera con la Juventus con cui ha vinto tutto e di cui adesso dovrebbe essere un dirigente sportivo. Dopo la partita ho fatto una ricerca con il mio smartphone ed ho scoperto il dramma di questo giocatore: quello che ha fatto nel 2006 quando tenendo un rosario in mano si è lanciato da una finestra della sede della Juve a Torino atterrando su un’auto posteggiata. È sopravvissuto, di quell'evento non ricorda completamente nulla e oggi conduce una nuova vita come dirigente sportivo. Ho ritenuto non opportuno raccontare questi particolari a Luca e il vero motivo del ritornello sentito allo stadio. Non è ancora il caso di spiegargli fino a che punto possa spingersi l’idiozia di certi (presunti) tifosi. Il vero calcio è un’altra cosa. Non ho voluto rovinare la magia della sua prima partita in uno stadio, per giunta per vedere gli azzurri. Adesso sono stanco, continuerò a raccontarvi altre storie alla prossima seduta.

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