Ciao, mi chiamo Greg e sono il padre di un bambino che gioca a calcio. Ho appena superato un week end turbolento e stancante. La Soccer Kids ha disputato quattro partite ed è successo di tutto. Ma sono rimasto particolarmente colpito da un gruppo agguerrito di mamme, che ha provocato interrottamente dall'inizio alla fine del torneo, coprendo d'ingiurie alternativamente i figli e i genitori delle squadre avversarie. Una di loro, più larga che alta, con capelli ricci, gonfi e disordinati come se in testa le fosse scoppiato un petardo, improvvisamente si è alzata per attaccarsi alla rete. Ha roteato la testa un paio di volte (come si fa in palestra) e poi assumendo un’espressione sinistra ha iniziato a ripetere rivolgendosi a un giocatore della Soccer Kids: "Numero 11 ti devi vergognare, ti devi vergognare. Numero 11, ti devi vergognare. Sei un macellaio. Numero 11 ti devi…". Il bimbo a suo modo di vedere era colpevole di giocare in maniera troppo cattiva, aggressiva. Non smetteva di lamentarsi e di muovere come una gallina impazzita avanti e indietro la testa. Sembrava di ascoltare una fastidiosa nenia. Se avesse indossato uno scialle nero avrebbe ricordato un personaggio dei film vecchi e grotteschi sul Sud e precisamente una di quelle donne che piangono disperatamente accanto alla bara del defunto. (continua)
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