Ciao, mi chiamo Greg e sono il padre di un bambino che gioca a calcio. È inevitabile come la morte. Prima o poi deve accadere. Anche il più equilibrato genitore finisce appeso alla rete che separa gli spalti dal campo di calcio. La prima volta può accadere per puro istinto perché il figlio subisce un fallo o sta per segnare in rete dopo aver dribblato come birilli gli avversari. Poi una cosa misteriosa e incontrollabile lentamente nasce dentro, si ramifica nel cervello e prende possesso dei pochi neuroni attivi. Da questo momento non c’è più scampo. È come un terribile virus, infetta tutti. E i genitori si ritrovano automaticamente e perennemente appesi alla rete con gli occhi spiritati, a urlare come venditori ambulanti e ad agitarsi in preda a una crisi di nervi. Di fronte a un simile spettacolo è difficile contestare la teoria scientifica di Darwin, ossia che il tifoso (l’uomo) discende dalla scimmia. (continua)
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