Tornando al fantastico mondo del calcio giovanile, nei giorni scorsi ho partecipato a un incontro di formazione sul calcio, i ragazzi e il ruolo degli adulti, in particolare dei genitori. È stato davvero molto interessante.
Oramai è chiaro a tutti che il sistema si è inceppato e che occorre mettere ordine nei vivai e iniziare a lavorare in maniera adeguata con il supporto di professionisti, anche perché continua a crescere l’abbandono dei campi di calcio, soprattutto nella preadolescenza.
Le ragioni dell’addio possono essere tante, tra queste: aspettative di diventare un campione rimaste insoddisfatte, genitori o dirigenti sportivi opprimenti, l’esplosione ormonale e la scoperta del gentil sesso.
Mi hanno colpito le parole di un dirigente sportivo. Ha detto che i genitori seguono in maniera molto assillante i propri figli nell'attività calcistica dai sei anni fino ai dodici circa, poi praticamente spariscono. In molti casi non vengono più neanche a seguire le partite.
A suo avviso è tutto sbagliato. I genitori dovrebbero essere meno presenti quando i figli sono piccoli e più presenti quando inizia l’adolescenza, in cui hanno bisogno di maggiore attenzione anche perché è più alto il rischio che prendano strade sbagliate o che comunque facciano scelte non ottimali.
Tradotto: quando sono piccoli si può stare tranquilli, quando raggiungono i 12 anni sarebbe meglio iniziare a seguirli. (continua)
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