Luca gioca a fare il duro ma forse si lega troppo ai colori della squadra e ai suoi compagni. Ci tiene veramente. Non so dirvi se è un bene o se è un male. Quando lo scorso anno un suo compagno di squadra con cui ha giocato per 4 anni di fila ha lasciato la squadra per seguire la famiglia all'estero, mi ha fatto tanta tenerezza. Durante i saluti alla festa organizzata per l’occasione si è comportato normalmente, sorridendo e scherzando con tutti. Non appena siamo entrati in macchina per andare via, ha tirato in alto il colletto della giacca per nascondere le lacrime. È fatto così. Deve ancora abituarsi all'idea che da una stagione all'altra possono cambiare squadra e società, può cambiare veramente tutto. Ogni anno c’è chi resta e c’è chi parte, bisogna farsene una ragione. Altri suoi compagni che nel tempo sono andati altrove non hanno tradito alcuna emozione. Forse è meglio così. In fondo pensando alla Serie A, quanti sono i giocatori professionisti che ogni anno cambiano la squadra e all'inizio della stagione dichiarano spudoratamente sempre la stessa cosa: “Questa è la maglia che ho sempre sognato indossare”. (Continua)
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