Ci sono società di calcio giovanile il cui unico obiettivo è fare business iscrivendo il maggior numero possibile di ragazzini. Il costo annuale per ogni iscritto varia dai 300 ai 500 euro, cui bisogna aggiungere periodici e a volte non indifferenti extra.
Se adesso, cari amici di terapia, considerate che per alcune annate formano dalle quattro alle sei squadre e che ogni squadra conta mediamente 10 piccoli atleti, il conto è fatto. In una società che è la maggiore antagonista della Soccer Kids di Luca, soltanto per i 2006 ci sono cinque squadre, di 10 giocatori ciascuna. Con l’iscrizione individuale che è di 500 euro, solo con questa categoria la società introita 25 mila euro l’anno.
Non ci sarebbe nulla da obiettare se a tutti i bambini delle cinque squadre fosse garantito lo stesso trattamento, anche in termini di crescita e attenzione. Non è così. Quello che accade è che spesso i più bravi vengono fatti confluire nella stessa squadra e poi gli altri in ordine di lettera o colori (perché a volte bisogna essere creativi) in altre squadre. In questo modo si formano le squadre A, B, C e così via oppure Gialla, Rossa, Verde.
Su questa selezione e distribuzione non tutti i genitori hanno la stessa posizione. Personalmente credo che le squadre debbano essere costruite in maniera equilibrata, affinché non ci siano troppe differenze tra i baby giocatori (in termini di maturità e capacità motorie). Il problema è che spesso alle società interessa solo la squadra A e se va bene anche la B. Tutte le altre servono per fare “gruzzolo” con le iscrizioni e di conseguenza vengono poco seguite. (Continua)
Nessun commento:
Posta un commento