Il mondo del calcio giovanile pullula di cacciatori di talenti, i cosiddetti “talent scout” o ancora “osservatori”. A volte si tratta di persone serie che, senza chiedere nessun compenso ai genitori, agendo già per conto di una o più società professionistica dietro retribuzione, individuano, seguono e poi contattano i giovanotti che scoprono seguendo ogni weekend decine di partite del settore dilettantistico o che si disputano nel campetto di qualche oratorio o perfino le partitelle in un parco pubblico.
Spesso, purtroppo, si tratta di “commercianti” che, in cambio di qualche euro lavorano per strappare baby calciatori da una società dilettantistica e portarli altrove promettendo ai genitori l’impossibile. Nei casi più gravi chiedono anche “contributi” alle famiglie. In realtà, considerando che i talenti veri e propri non nascono come i funghi, l’obiettivo primario è fare numero e cassa a vantaggio di qualche società. Se il ragazzo è così bravo perché deve continuare a pagare l’iscrizione annuale, il trasporto (dove previsto) e tanto altro.
Gli osservatori seri servono per fare selezione, ma spesso si tratta di gente squallida e pericolosa che gioca per proprio tornaconto con l’insana frustrazione di molti genitori che sperano di dare un senso alla loro vita attraverso l’ascesa calcistica del proprio pargolo. (continua)
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