Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Nel 2013 ho iniziato questa terapia web per sopravvivere nel mondo del calcio giovanile. Sono stati quattro anni intensi in cui, attraverso una comunità virtuale, ho potuto raccontare a tratti in chiave ironica, a tratti inevitabilmente drammatica, tanti episodi vissuti in prima persona o da altri genitori che mi hanno contattato condividendo l’iniziativa di sensibilizzazione contro le gravi degenerazioni del comportamento degli adulti nei campi di calcio. Attraverso il blog “un papà nel pallone”, le relative pagine nei social (Facebook e Twitter) e poi perfino un libro edito da “La Memoria del Mondo”, ho dato il mio piccolo contributo per porre l’attenzione sull'importanza del ruolo educativo e formativo degli adulti: mister, dirigenti e genitori. Tutto allo scopo di evitare danni nei ragazzi spesso esasperati così tanto dalle aspettative dei grandi da stare male e lasciare il calcio. In questi anni mi hanno contattato società sportive, sacerdoti, amministratori ma soprattutto ho potuto conoscere diversi professionisti, come Rocco Persampieri che ha creato dei modelli di formazione che, a mio avviso, dovrebbero essere applicati subito in tutte le società sportive, per portare la situazione alla normalità e consentire ai nostri ragazzi di praticare lo sport in un ambiente sano con gente adulta mentalmente stabile e professionalmente capace. In Lombardia la Figc, per la prima volta, sta sperimentando l’intervento diretto di una psicologa per recuperare i genitori che durante una partita hanno provocato una brutta rissa. Non tutto è perduto, uscire dal guado in cui è stato cacciato il calcio giovanile è possibile.(continua)
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