Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Bambino per modo di dire mi ha quasi raggiunto in altezza e ha dei muscoli spaventosi. E pensare che alla nascita avrei voluto mettergli il nome di Marcantonio, poi come sempre ha prevalso la ragione e il parere della mamma che ha imposto Luca. Va bene così. È trascorsa un’altra stagione, ancora qualche torneo e poi si chiuderanno i battenti. Quest’anno in verità la Soccer Kids ha fatto il minimo indispensabile, iscrivendo la squadra ad appena quattro tornei contro le decine degli scorsi anni. Le cose cambiano. Tutto sembra più tranquillo e perfino le conferme per il prossimo anno sono arrivate in largo anticipo. Nessuno è stato mandato via. In teoria la selezione non dovrebbe esserci ma di fatto, anche nell'ultima delle ultime delle società calcistiche dilettantistiche, periodicamente qualche bambino, con più o meno tatto, viene accompagnato alla porta. Le conferme anticipate hanno evitato ai genitori di attraversare un lungo periodo di isterismo collettivo, notti insonni e soprattutto di spendere centinaia di euro in maghi imbroglioni per sapere il futuro calcistico del proprio pargolo. (continua)
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