Il bambino che è pressato troppo dal padre inevitabilmente inizia a giocare male, perde la gioia di stare in campo con i suoi compagni e di correre dietro alla palla. L’attività sportiva inizia a diventargli troppo pesante e più il padre lo stressa, più lui vorrebbe appendere le scarpette al chiodo. Il ragazzino non vuole diventare un campione, non vuole essere perfetto. Al momento il suo sogno è divertirsi e se possibile ogni tanto riuscire a gonfiare la rete degli avversari. Certo il calcio, anche a livello giovanile, comporta dei sacrifici ma quando si ha sulla gobba un padre frustrato che vuole riscattarsi attraverso i successi del figlio, la situazione si complica e spesso si finisce con l’abbandonare il pallone. E questo succede anche quando si possiede un innato talento che un genitore dovrebbe lasciare crescere restando dietro le quinte, in silenzio. Il buonsenso non è una virtù diffusa. Adesso sono stanco, alla prossima seduta.
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