Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. Non deve essere facile trovarsi nei panni del mister. Anche se le società sportive più serie impongono di limitare al minimo i rapporti diretti con i genitori dei ragazzi, non mancano occasioni di essere presi d’assalto dal genitore di turno, dalla madre o dal padre e perfino dal nonno bavoso. Vogliono sapere tutto ma proprio tutto sul loro campione in provetta. Ci sono genitori la cui esistenza ruota attorno alla vita del figlio, ogni suo respiro, ogni suo gesto è un evento unico da raccontare. Ho visto un papà puntualmente bloccare il mister per raccontargli le gesta del figlio che ovviamente è così perfetto che bisognerebbe clonarlo. Il mister, riuscendo a stento a nascondere l’imbarazzo, si assorbe la storia che il papà con voce calda e appassionata tiene a raccontare descrivendo una sorta di superboy: ogni mattina si alza e si veste in un attimo come un militare, a scuola studia tanto e ottiene ottimi voti, è molto intelligente, come lui non c’è nessuno, è un talento in ogni attività che svolge, è destinato a diventare anche un grande calciatore anzi è il futuro della nazionale italiana, anzi di più del mondo, anzi di più dell’intero sistema solare. Anche l’amore eccessivo per i figli, può rendere ciechi ma come spesso racconto in queste sedute di terapia bisogna portare pazienza, tanta pazienza (continua).
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