Ogni giorno da qualche parte in Italia, dai mega centri urbani alle più isolate periferie, un padre o una madre consegna il proprio figlio agli allenatori con la massima fiducia perché provvedano a formarli attraverso la pratica sportiva.
Lo sport è sano per principio, ma anche in questo modo si possono nascondere delle insidie. Ci possono essere degli adulti con problemi (violenti, deviati, complessati) che vengono a contatto con i ragazzini. Può accadere. Non è il caso di fare allarmismi ma bisogna sempre vigilare, un compito questo che spetta in primis alla dirigenza di ogni società sportiva.
È nell'interesse della direzione che l’ambiente sia sano, basta qualche episodio di una pecora nera per fare scappare gli iscritti e chiudere i battenti. C’è il caso, per esempio, del mister frustrato con delirio di onnipotenza che sfoga sui ragazzi in modo negativo i suoi insuccessi o comunque il suo malessere quotidiano.
C’è quello “psicopatico” che a primo impatto potrebbe addirittura apparire piacevole, tosto, carismatico e che invece come un gas inodore inquina lo spogliatoio con comportamenti e linguaggi scorretti che non dovrebbero mai usarsi davanti a minorenni. E poi ovviamente ci sono i casi più gravi di vere e proprie molestie e abusi.
Il mister è un punto di riferimento importante, spesso una figura sostitutiva di quella paterna. Ha anche un grande potere: per esempio decide chi gioca e chi siede in panchina anche per più partite, chi gioca l’intero incontro e chi solo pochi minuti.
Anche nelle situazioni normalissime, quando gli allenatori giustificano una non convocazione o emarginano un ragazzo in panchina, spesso scelgono per simpatia o per ottenere altro (in positivo o in negativo).
Insomma, a dispetto di quello che dicono, spesso le scelte non sono dettate da motivazioni tecniche, impegno durante gli allenamenti, frequenza settimanale.
Negli ultimi anni, grazie alle denunce dei genitori, si sono moltiplicati gli episodi di abusi o addirittura di molestie sessuali nello sport ai danni di minorenni. Ancora oggi l’ambiente sportivo è uno degli ambiti meno vigilati e questo non è più tollerabile. Alla prossima seduta.
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