In campo è più dura di quello che pensavo. A ogni partita si lotta fino all'ultimo secondo disponibile, servono fiato e fisico e ancora testa. Per i ragazzi non sarà più un gioco da ragazzi.
Le cose si sono fatte più serie. E il primo passo è diventare una entità unica, una macchia compatta che si muove in maniera fluida lungo il campo. Una sola testa e due sole gambe, in altre parole una vera squadra. Si può fare.
I genitori fuori dal campo soffrono. I dirigenti dentro soffrono. Tutti soffrono ed io provo una grande pena per loro. Le partite si possono vincere, pareggiare o perdere.
Ogni tanto qualche adulto, quando i due neuroni che ha in testa si incontrano e connettono, ha un raro momento di lucidità e guardando verso gli altri papà nel pallone, come si guarda una cacca di cane appena schiacciata sul marciapiede grida: “State calmi, è solo un maledetto gioco in cui si rincorre una palla piena di aria”. (continua).
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