Ogni mister ha una propria idea di calcio. Un bambino ha il diritto di essere circondato e allenato da persone preparate, come ricorda la stessa FIGC.
Il punto è che ci sono società dove, indipendentemente dalle inclinazioni personali, ogni allenatore è rigidamente tenuto a rispettare un programma di allenamento, statistiche e perfino le indicazioni su come relazionarsi con i ragazzi e i genitori. Forse è una scelta un po’ esagerata, ma spesso serve a tenere meglio la situazione sotto controllo, soprattutto quando in una squadra ci sono tanti papà nel pallone, pronti a creare 1000 problemi alla prima occasione.
In altre società invece ogni mister è libero di fare quello che vuole e di comportarsi come ritiene più opportuno. Viva la libertà, ma in questo modo ogni situazione può degenerare con estrema facilità. Allora che cosa si dovrebbe fare?
Esiste sempre la terza via. Come sempre la verità sta in mezzo: non bisognerebbe essere eccessivamente rigidi ma neanche troppo permissivi. Insomma, una via di mezzo. Il mondo non è tutto bianco o tutto nero, ci sono in mezzo tante sfumature. In questo senso l’inserimento di esperti educatori e formatori per grandi e piccini nelle società di calcio giovanile potrebbero essere di aiuto. Alla prossima seduta.
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