Cari
amici di terapia, anche se questo tratto del tunnel del calcio giovanile che
sto attraversando per seguire mio figlio Luca, non è particolarmente buio, c’è
sempre qualche genitore fulminato che deve rovinare la festa. Tutto bene? I
ragazzi si stanno divertendo? La squadra è di alto livello e molto competitiva?
I genitori riescono ad andare d’accordo? Anche quando le risposte a queste
domande sono tutte positive, ecco che spunta il genitore diversamente simpatico
che ti solleva qualche problema, spesso di carattere personale. È successo
domenica scorsa quando un papà nel pallone ha bloccato per oltre 30 minuti il
povero mister, denunciando a suo avviso una grande ingiustizia: suo figlio per
tre partite di seguito è stato fatto entrare in campo dal secondo tempo. A
parte che il mister avrà avuto tutte le sue buone ragioni, il punto è che i
ragazzi (ancora per un altro anno) giocano tutti lo stesso tempo e, di
conseguenza, non ha nessuna importanza entrare in campo dal primo o dal secondo
tempo. Tra l’altro, ogni tempo il mister cambia la formazione ma garantisce a
tutti gli stessi minuti, salvo per quei ruoli in cui non ci sono sostituti. Il
genitore pazzo, però, insiste e vuole che suo figlio comunque inizi a giocare
nel primo tempo perché il primo tempo sarebbe quello dei titolari. Di che cosa
sta parlando? Che cosa si è fumato? Secondo me dovrebbe solo cambiare
spacciatore. Alla prossima seduta.
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