Ciao mi chiamo Greg e sono il papà di un bambino che gioca a calcio. La scorsa settimana ho partecipato a un convegno sul controverso rapporto tra adulti e genitori nel mondo dello sport. Hanno partecipato genitori, allenatori e diversi dirigenti di società sportive. Davvero molto interessanti sono stati gli interventi dei relatori. Qualcosa inizia a muoversi e finalmente da più parti qualcuno si sta accorgendo che il bubbone è esploso e che occorre correre ai ripari iniziando a educare gli adulti a rispettare i ruoli, i sani principi dello sport e i ragazzi. Il problema, soprattutto nel mondo del calcio giovanile, sono gli adulti. Pretendono troppo per diverse e cattive ragioni ed esercitano una pressione eccessiva sui ragazzi. Più di una volta mi è capitato di vedere baby giocatori di dieci anni vomitare a bordo campo prima, dopo o durante una partita. Vi rendete conto che peso devono sopportare? È il risultato della tensione provocata da adulti, spesso frustrati e incapaci, che non dovrebbero mai varcare l’ingresso di una società sportiva. Il risultato è che sempre più giovani sportivi, non di rado anche talentuosi, alla fine si stancano e decidono di mollare tutto. È un vero peccato. (continua)
Meno male che spesso ci pensano i bambini... A metà settembre, cedendo ad anni di richieste, ho portato mio figlio di 9 anni e mezzo a giocare in una squadra di Torino. Non aveva mai giocato in una squadra (ha fatto arrampicata da quando era molto piccolo) ma con il pallone se la cava e così lo hanno preso subito e inserito nella squadra B. Dopo due settimane, e qualche partita nelle quali si è distinto soprattutto per il tempismo dei suoi interventi in scivolata (fondamentale quasi sconosciuto ai suoi coetanei), l'allenatore della squadra A gli ha chiesto se gli faceva piacere allenarsi e giocare con loro. Tornando a casa Lorenzo mi ha detto "io per educazione gli ho detto di sì". Però poi - senza dirmi niente - prima dell'allenamento successivo è andato dal Mister e gli ha detto che lui si divertiva di più con i suoi amici (a dire il vero conosciuti solo tre settimane prima) e che preferiva tornare nella squadra B...
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