Quando un ragazzo si infortuna ogni genitore reagisce in maniera diversa. Il denominatore comune, una volta assicurato che non si tratta di nulla di grave, è il dispiacere per il periodo di riposo forzato ma necessario. Si interrompono abitudini e tutto quello che ogni settimana riserva il pazzo circo del calcio giovanile. È vero che magari il ragazzo, se le condizioni lo permettono, potrà andare a seguire le partite e stare in panchina con i compagni di squadra. Ma non è la stessa cosa, anzi forse è peggio. Lui freme, vorrebbe essere in campo, partecipare all’azione. Ci sono genitori che capiscono la situazione, rispettano le indicazioni del medico e cercano di rendere tutto il meno pesante possibile per il pargolo. Altri assatanati invece pur di fare tornare il più presto possibile il figlio in campo, in barba alle indicazioni mediche e soprattutto al buon senso, drogano il proprio figlio nel senso che lo riempiono di antidolorifici, creme, unguenti misteriosi, cerotti speciali e ricorrono anche a riti magici, benedizioni divine o a consulenze mediche dei marziani. Il risultato? Se va bene il ragazzo riprende l’attività normalmente, in caso contrario peggiora il suo stato con l’aumento del periodo di fermo questa volta obbligatorio di almeno un mese. È vero, certi genitori dovrebbero essere lobotomizzati. Vi ho detto tutto per questa seduta. Alla prossima cari amici di terapia.
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