Un altro campionato è finito. È rimasta una sensazione negativa. Non per il pallone. Non per la posizione in classifica. Non per i ragazzi della squadra. Non per la difficoltà delle gare. Non per la tempesta ormonale dell’adolescenza.
Tutta colpa degli adulti, dai genitori all'ultimo dirigente della società, che soprattutto nelle realtà più periferiche riescono sempre, settimana dopo settimana, mese dopo mese, a dare il peggio sé, dentro e fuori il campo.
Niente di nuovo. Ma all'inizio di ogni stagione si spera sempre che le cose vadano un tantino meglio della precedente. Invece, spesso per colpa di alcuni personaggi incompetenti e privi di etica, si finisce tutti inghiottiti in un buco nero.
E quando alla fine in qualche modo si esce fuori, ci si ritrova cambiati e sempre meno tolleranti. E anche con il fegato rovinato dalle brutte situazioni.
Anche se non si spegne la fiammella della speranza che la FIGC prima o poi faccia la sua parte per garantire ovunque degli standard minimi di qualità tecnica ed etica, soprattutto quando in mezzo ci sono minorenni. Alla prossima seduta.